Romelu Lukaku ha fatto capire chiaramente nell’ormai celebre intervista a Sky di non trovarsi bene con Tuchel. Cosa è cambiato rispetto al gioco di Conte
Romelu Lukaku è il grande caso del mercato della scorsa estate. Il Chelsea ha investito oltre cento milioni per aggiungere il centravanti belga alla rosa di Tuchel dopo la conquista della Champions League a spese del Manchester City di Pep Guardiol. Ma l’unione non ha fatto la forza.
La scelta di Lukaku come nuova arma dell’attacco dei Blues poggiava anche su una teorica affinità di modulo di base fra l’Inter di Conte e il Chelsea del tecnico tedesco. Ma il suo rendimento in questa prima parte di stagione in Premier League sta confermando uno dei principi di quella scuola tedesca che vede in Tuchel uno degli esponenti di spicco.
Ovvero, il calcio moderno va verso la flessibilità e la fluidità, ed è sempre meno inquadrabile dentro moduli fissi e numeri rigidi.
Se volessimo sintetizzare il modulo del Chelsea, sarebbe un 3-4-2-1 che però diventa un 3-4-1-2 o un 3-5-2 con i movimenti di uno dei due centrocampisti offensivi sulla stessa linea del centravanti
Il centravanti belga avrebbe potuto aspettarsi di occupare una posizione simile rispetto a quanto fatto nell’Inter, partendo da destra con Timo Werner accanto e gli inserimenti di Mason Mount o Kai Havertz. Ma finora Tuchel ha chiesto a Lukaku di agire quasi da centravanti boa, da fulcro con il compito di proteggere palla per favorire gli scatti progressivi delle mezzali.
Rispetto al suo passato recente in Serie A, poi, sono aumentale le occasioni in cui i compagni lo cercano con cross e palle alte. L’anno scorso, nell’Inter di Conte, ha segnato solo un gol su 24 di testa. Finora ha realizzato così le sue due reti più recenti delle cinque totali in Premier League: contro Aston Villa e Brighton durante il periodo di Natale.
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Ma a Lukaku colpire di testa non piace, anche per via di un incidente da bambino. A dispetto delle apparenze e del fisico, non si considera un centravanti di peso, vecchio stampo.
La situazione non è semplice, né per lui né per Tuchel. Il tecnico si trova in squadra un centravanti prezioso per la società, pagato molto, con il compito di individuare una forma di integrazione efficiente. Ma non solo per il singolo. Ma Lukaku ancora non si muove per il Chelsea, né il Chelsea si muove per Lukaku.
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Quello che stupisce, però, è che il belga non è così insoddisfatto perché impiegato fuori ruolo. Non è nella situazione di Thierry Henry, uno dei suoi modelli, che lasciò la Juventus con Carlo Ancelotti che lo schierava come esterno di centrocampo a tutta fascia. Se è così scontento perché chiamato a interpretare il suo ruolo in modo diverso rispetto al passato, anche la sua immagine potrebbe risultarne intaccata.
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