Leo Messi continua a non trovare continuità di rendimento e di presenza in campo con la maglia del PSG. Il dettaglio che continua a stupire
E’ finita l’euforia al PSG per l’arrivo di Lionel Messi. L’argentino, arrivato da cinque mesi dopo la burrascosa conclusione della sua storia al Barcellona, ha disputato soltanto sedici partite con la sua nuova squadra.
Il cambio di passo che avrebbe dovuto portare il suo arrivo nella squadra padrona della Ligue 1 al momento non si è visto. Dal suo esordio a Reims il 29 agosto ha già saltato dieci partite e ne mancherà almeno altre due. Il suo periodo migliore, dal 20 novembre al 22 dicembre in cui ha completato otto delle nove partite del PSG in tutte le competizioni, sembra già lontano.
Il COVID l’ha costretto a saltare il match di Coppa di Francia contro il Vannes e lo terrà quasi certamente fuori anche dal big match di domenica contro il Lione. Se a fine gennaio dovesse essere convocato in nazionale, mancherà anche l’ottavo di finale di coppa nazionale. E saranno tredici le partite saltate in sei mesi.
Messi, il racconto che sorprende i tifosi
Il tempo passa anche per Messi, che sembra non trovare il suo posto in una squadra di stelle assolute in cui si è calato un po’ come un marziano. E’ una sensazione che in fondo già conosce, l’ha vissuta ai primi tempi a Barcellona quando compagni e avversari lo guardavano con un misto di incredulità e meraviglia.
Per capire come possa sentirsi oggi Messi a Parigi tornano utili le parole di Carles Rexach, l’ex allenatore del Barcellona che può vantarsi di aver scoperto Messi in Argentina e di averlo portato in blaugrana. “Non voglio prendermi troppi meriti, anche la mia cameriera avrebbe visto che aveva talento” si è schernito in un’intervista a France Football del 2007.
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E’ lui che, osservandolo a Rosario, si è innamorato di quel ragazzino dal fisico esile che un po’ gli ricordava Maradona. E’ lui a contattare dei medici specialisti nei problemi della crescita. Grazie a lui, il Barcellona gli ha offerto il primo contratto da professionista nel 2005 dopo il titolo mondiale Under 20 e un’apparizione stellare al Trofeo Gamper contro la Juventus.
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“Quello che mi sorprende ancora di Messi” ha detto, “è la sua tranquillità. E’ una persona di incredibile serenità. Può giocare la finale di Coppa dei Campioni rilassato come se fosse una partitella fra amici. Niente sembra impressionarlo, è davvero un fenomeno”.