Allegri e Mourinho, Roma-Juve passa (anche) da loro: due maestri del pallone dal Curriculum invidiabile ridimensionati dal campionato.
Roma-Juve è soprattutto una questione di tempo: uno di quegli eventi bollati sotto il nome di “classica” perchè la sfida non dovrebbe invecchiare mai. Invece il tempo passa, bianconeri e giallorossi sono ancora rivali, ma le cose cambiano: si modifica il calcio, forse, per restare sempre uguale.
Roma e Juve, però, oggi non sono più le prime della classe: dimentichiamoci quelle sfide anni ’80 o i primi anni del 2000 quando ritrovarsi all’Olimpico o al Delle Alpi (prima l’Allianz non c’era) voleva dire giocarsi tutto: niente sfumature, fair play dovuto ma sentito poco e tanto – magari troppo – agonismo. Strette di mano ridotte al minimo perchè dal gol di Turone al “violino” di Garcia ne è passata di acqua sotto i ponti: ora la rivalità è più stigmatizzata e meno percepita. Anche gli allenatori si guardano bene da alzare i toni.
Allegri e Mourinho, i maestri al ripasso: due numeri uno costretti a ripartire da zero
Mourinho e Allegri sono lo specchio di questa sfida, di come i toni siano cambiati e, forse, della consapevolezza che i protagonisti – per il momento – siano altrove: entrambi tornati con più aspettative che chance. Uno dopo un anno sabbatico dove ha prevalso (non sempre con ottimi risultati) la vita privata, mentre l’altro in campo c’era ma ha dovuto fermarsi causa qualche esonero di troppo.
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Due maestri del calcio moderno costretti a ripassare la parte: accolti come re, nella sostanza, spodestati da rivali più forti. Al primo posto ora c’è l’Inter – la stessa che lo Special One ha portato al trionfo nel 2010 – e subito dietro il Milan: la scena è di Inzaghi e Pioli. Allegri e Mourinho, incensati come “salvatori della patria”, arrancano dietro le nuove leve dei tecnici.
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Pioli proprio di primo pelo non è, ma le particolarità del suo calcio emergono ora dopo parecchio apprendistato. Lo stesso che ha fatto Inzaghi, in grado di raccogliere soddisfazioni dopo mugugni spesso ingiustificati. Il calcio moderno passa da loro, il resto è noia. Argomento buono, forse, per i classici: Roma-Juve da partita di cartello a “romanzo storico”, quasi distopico.
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Di chi è la colpa? Ammesso che colpa ci sia, perchè tutto probabilmente può dipendere dal fatto che nulla è per sempre. Quelli che una volta erano i riferimenti, oggi, cedono il posto a nuovi stilemi e caratterizzazioni. Ma, prima di dire che Mourinho e Allegri siano passati di moda, occorre fare i conti con un tasso piuttosto alto di imprevedibilità: c’è sempre quell’eccezione in grado di confermare la regola. Basta aspettare le 18.30 di una Domenica che sembra tutt’altro che bestiale, ma potrebbe davvero essere unica.