Harry Potter, il maghetto più famoso del mondo compie vent’anni dalla prima avventura: c’è una diceria sulla squadra del cuore che emoziona.
Vent’anni di Harry Potter, tanto basta per sollevare le bacchette. Anche se foste “babbani” e probabilmente questa ricorrenza non dovesse dirvi nulla, è pressoché impossibile non aver mai sentito nominare Harry e i suoi amici almeno una volta in questo lasso di tempo: una saga, una vita per i corridoi di Hogwards.
Al binario 9 e 3/4 c’è chi ci ha passato idealmente l’infanzia e l’adolescenza sperando di partire ipoteticamente verso la scuola di magia più celebre. Pensare che la storia di Harry Potter nasce come un esperimento narrativo da parte di J.K. Rowling che, per far addormentare il figlio, ha iniziato a scrivere favole di questo tipo. Fino alla versione definitiva che le ha dato soldi, fama e celebrità.
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La febbre per il maghetto ha contagiato anche l’Italia, grazie – fra le altre cose – a un particolare ben preciso: la casata di Harry Potter – il Grifondoro – è giallorossa. I colori sono molti simili a quelli della Roma. Inutile dire che, quando arrivò per la prima volta al cinema, i paragoni si sprecarono: “Il maghetto romanista”, si leggeva sui giornali. Tra l’altro, l’uscita di Harry Potter coincide con lo Scudetto giallorosso.
Il primo capitolo della saga “Harry Potter e la Pietra Filosofale” esce nel 2001. Anno di grazia per la Roma di Capello che vince lo Scudetto dopo oltre 20 anni. C’è chi dice che si chiami “magica” per questo e allora un mago non può tifare altre squadre. Questa diceria è andata avanti fin quando Daniel Redcliffe non è arrivato a Roma e, durante un’intervista, qualcuno gli ha chiesto: “Scusa, ragazzo, che squadra tifi?”.
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Il protagonista della saga ha risposto così: “Seguo poco il calcio, ma la squadra di Roma so che è giallorossa come Grifondoro. Quindi viva Roma”. Quel grido a mezza bocca permane nella mente degli appassionati ancora oggi: il culto di Harry Potter non ha colore, ma se questa leggenda funziona ancora un motivo c’è. Il maghetto ha portato bene a tutti, ma ai romanisti ancor di più: l’arrivo del mago ha portato lo Scudetto, chissà che vent’anni dopo non possa esserci un bis. Questa sarebbe una magia impossibile da catalogare.
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