Mauro Icardi aspetta la Juve (La Presse)
Icardi in scia. La Juventus vuole l’argentino e per il momento si lascia ingolosire dalle prospettive di mercato: il dato rincuora Allegri.
Icardi sogna l’Italia, Allegri spera che oltre ai particolari onirici ci sia qualcosa di più concreto: solide realtà che devono riportare la Juventus a volare perchè con i piedi per terra i bianconeri ci sono stati per troppo tempo ed essere “umani” per molto alla Continassa non piace.
La classifica dovrebbe essere ben altra laddove “vincere è l’unica cosa che conta”. Boniperti, e non solo lui, se vedesse la Juve di oggi qualche perplessità l’avrebbe. Quantomeno sperando che il cantiere aperto prima o poi chiuda e comincino i lavori di ristrutturazione. Tradotto: si deve investire sul mercato. Non come un tempo, ma qualcosa va fatto.
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Mauro Icardi torna di moda come “antidoto” a quella vena offensiva che deve essere arrembante: Allegri chiede un attaccante vero, visto che Morata potrebbe essere con le valigie pronte e Dybala deve guarire dalla discontinuità. Rinnovo sì, ma senza firma: situazione da chiarire che, intanto, non giova alla squadra.
+Serve qualcuno che abbia le referenze e soprattutto con pochi pensieri per la testa: Icardi non cerca altro. Lui di pensieri in Argentina e a Parigi ne ha avuti fin troppi – qui il campo non c’entra niente – e vuole solo tornare a guardare un pallone che rotola fino alla rete. Icardi vuole la Juventus come un punto e a capo in un tema, le righe sono rigorosamente bianconere.
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Il sodalizio si può fare, ma oltre al lavoro servono le pezze d’appoggio: i numeri per giustificare un colpo così. Referenze che Icardi ha sicuramente ma vanno messe nero su bianco prima di entrare, eventualmente, in bianconero. Le statistiche parlano chiaro: 144 reti giocando 6061 palloni tra Serie A e Ligue 1. 1600 palloni giocati dal suo esordio nel massimo campionato. Correva l’anno 2012: un decennio di successi, luci e ombre. Alti e bassi. Senza vie di mezzo. Non è da lui, alla Juve però non si può sbagliare più: vincere è l’unica cosa che conta. Dopo esserci con il fisico, ma anche e soprattutto con la testa.
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