La Roma passata da Fonseca a Mourinho rimane una squadra senza un’identità precisa in cui un talento come Zaniolo non sta brillando come vorrebbe
La Roma di Mourinho è in un limbo. Lo Special One non è ancora riuscito a trasmettere un’identità alla squadra. Nella prima parte del campionato, i giallorossi hanno mostrato un calcio arioso ma una tendenza pericolosa al disequilibrio in fase di copertura. Il passaggio dalla difesa a quattro a una linea a tre ha dato maggiore tranquillità nella gestione delle transizioni negative ma ha ridotto la pericolosità in attacco.
Finora, in questo campionato, la Roma è la squadra che ha tentato complessivamente più tiri in Serie A, ma la percentuale di trasformazione è decisamente bassa. Non a caso la squadra di Mourinho ha chiuso il girone d’andata con l’ottavo attacco più prolifico del campionato.
I pareggi contro Verona, Venezia, Bologna e Sampdoria, la disfatta in Conference League contro il Bodo/Glimt che pure non ha pregiudicato il passaggio del turno, restano gli indizi più chiari di una squadra con delle lacune evidenti.
In estate non sono arrivati i centrocampisti e il terzino destro che Mourinho aveva richiesto, anche per dare più cambi ai titolari. Ma i problemi della Roma non riguardano soltanto il valore delle cosiddette riserve.
Per quanto circondato dalle grandi aspettative al rientro dopo i tanti infortuni, la prima parte di stagione ha mostrato una versione testarda quanto fumosa di Nicolò Zaniolo. Il centrocampista vorrebbe tornare la mezzala esplosiva che ha fatto innamorare i tifosi, ma nel passaggio dalla teoria alla pratica le idee si confondono.
In sedici partite, ha segnato solo un gol, non ha servito assist e non ha raggiunto una media almeno sufficiente, calcolando anche bonus e malus, al Fantacalcio. Si può dare di più, come dimostra anche il grafico che sintetizza il suo rendimento in base a quattro medie: tiri, gol attesi (xG), assist attesi (xA), passaggi chiave (KP) per novanta minuti.
Dal punto di vista difensivo, Matias Vina ha troppe volte mancato di lucidità nelle scelte. L'uruguayano ha coraggio e presenza fisica, non rinuncia al duello con gli avversari. Ma della sua prima parte di stagione restano errori come il pasticcio sul gol di Dumfries nella mortificante sfida casalinga contro l'Inter.
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Anche Gianluca Mancini va annoverato tra i giocatori non all'altezza delle aspettative. L'ex Atalanta arrivava infatti da una buona stagione con Fonseca, che più volte l'aveva schierato anche come regista basso. Con Mourinho il centrale azzurro ha pagato la mutevolezza della struttura giallorossa, segnata però da una precarietà apparentemente non eliminabile.
La Roma è pronta comunque a rinnovargli il contratto come a Bryan Cristante che ha giocato 55 partite nel 2021. Nel suo rendimento c'è tanta quantità ma poca qualità, è infatti il centrocampista con la media voto più bassa (bonus esclusi) fra i titolari giallorossi al Fantacalcio: 5,82.
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All'estremo opposto c'è Villar, passato dalle 33 presenze della scorsa stagione a una marginalità totale. Con Mourinho, infatti, non è mai sceso in campo. Abbastanza per considerarlo un flop di questa stagione.
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