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Milan, i peggiori giocatori dell’anno: qual è la flop 5 del 2021

Il 2021 è quasi finito e anche per il Milan è tempo di tirare le somme: CalcioToday.it ha stilato una flop 5 dei peggiori giocatori rossoneri dell’anno.

Alessio Romagnoli, difensore del Milan (LaPresse)

Il Milan ha continuato a brillare nel 2021, dove è tornato ai piani alti del calcio italiano con cui si è riaperto le porte della Champions League. Un momento atteso dai tifosi che finalmente, seppur soltanto nella fase a gironi, sono riusciti a vivere la magica atmosfera delle notti europee.

Un segnale di continua crescita per una squadra costruita bene e indirizzata a raggiungere altri traguardi. Il primo obiettivo è tornare a vincere qualcosa, preferibilmente lo scudetto soltanto sognato in un anno chiuso al secondo posto dietro l’Inter.

Un’illusione durata per molto mesi, considerando il titolo di campione d’inverno, prima della rimonta subita nel girone di ritorno. Un sorpasso dovuto a un calo generale della squadra ma anche di alcuni singoli che hanno commesso errori pesanti e determinato risultati negativi.

Leggi anche -> Il Milanese Imbruttito “illumina San Siro”: chi è la voce del Milan

Milan, la flop 5 dei peggiori giocatori del 2021

La redazione di CalcioToday.it, mischiando le statistiche alle opinioni soggettive, ha stilato la flop 5 dei giocatori del Milan nel 2021. Una lista di nomi, non in ordine di classifica, che sicuramente aprirà il dibattito tra i nostri lettori.

Alessio Romagnoli

Alessio Romagnoli, il peggiore del Milan nel 2021 (LaPresse)

Tra le grandi delusioni c’è sicuramente Alessio Romagnoli, capitano della squadra ma autore di diversi svarioni nell’arco dell’anno. Il suo rendimento è calato drasticamente tanto da convincere la società a comprare un’alternativa dopo alcune panchine.

Nei mesi successivi il classe ’95 ha perso la maglia da titolare a favore del neo acquisto Tomori, diventando la terza scelta per Stefano Pioli dietro anche a Kjaer. A causa dei problemi fisici di quest’ultimo ha trovato comunque un po’ di spazio ma nella serie finale e decisiva di partite è rimasto fuori.

In questa stagione ha ritrovato continuità per le rotazioni dovute alla Champions League e ancora una volta per un infortunio dal danese che stavolta dovrà sostituire fino a fine campionato. I primi segnali non sono stati incoraggianti e deve ancora guadagnarsi il riscatto nel girone di ritorno se vuole anche sperare di tornare in Nazionale dopo le ultime esclusioni, compreso all’Europeo.

Diogo Dalot

Diego Dalot, ex terzino del Milan (LaPresse)

Poi si sono meritati di finire tra i flop alcuni giocatori che non si sono rivelati all’altezza del Milan. Come Diogo Dalot, circondato da grandi aspettative mai soddisfatte fino in fondo nella sua esperienza rossonera.

Una stagione di passaggio per il terzino portoghese, arrivato in prestito dal Manchester United nell’estate del 2020 per tornarci un anno dopo senza essere riscattato. Non sono bastati alcuni sprazzi di talento per spingere il club a investire un’importante cifra sul suo cartellino.

Il classe ’99 è sempre stato considerato la riserva di Calabria ma, complice anche l’Europa League, ha trovato modo di giocare e accumulare un po’ di presenze. Nello specifico 21 in campionato, dove però è quasi sempre subentrato, e 12 nelle varie coppe il tutto condite da due reti e alcuni assist. Il problema non sono stati i numeri, anche abbastanza rispettosi, ma il livello generale delle sue prove che raramente hanno raggiunto la piena sufficienza.

Soualiho Meitè

Soualiho Meitè, ex centrocampista del Milan (LaPresse)

Stesso destino di Dalot con meno tempo a disposizione per lasciare il segno. I sei mesi trascorsi al Milan però bastano e avanzano per giudicare la sua fallimentare avventura. A gennaio arriva in prestito dal Torino per rinforzare la mediana e dare più soluzioni a Stefano Pioli. Il classe ’94 però non riesce mai a imporsi con convinzione, perdendo ogni occasione per dimostrare qualcosa.

Nelle poche apparizioni in campo mostra grossi limiti tecnici e tattici che allontanano subito l’ipotesi di un possibile rinnovo, alla fine mai presa veramente in considerazione. Le difficoltà messe in mostra nei mesi precedenti in granata continuano anche a San Siro e per certi versi aumentano in una realtà più esigente. In 16 presenze di campionato non ha fornito l’aiuto sperato alla squadra e sarà scordato in fretta dai tifosi.

Samu Castillejo

Samu Castillejo, esterno offensivo del Milan (LaPresse)

Ci si aspettava un contributo maggiore da Castillejo che ha vissuto un anno molto complicato, il peggiore e forse anche l’ultimo al Milan. In attesa di capire se sarà ceduto nel mercato di gennaio, il motivo di questa possibile scelta è abbastanza evidente.

Nel 2021 l’esterno spagnolo ha fatto pochissimo, manifestando una preoccupante involuzione in campo. Nelle stagioni precedenti era riuscito, seppur sempre nei limiti delle sue potenzialità, a ritagliarsi alcuni momenti da protagonista che negli ultimi dodici mesi non si sono visti.

Un bilancio molto negativo spiegato da una statistica molto significativa. Il classe ’95 non ha segnato nemmeno un gol, visto che l’ultimo risale a dicembre 2020. Un lunghissimo digiuno che pesa tantissimo sul giudizio della sua annata, totalmente priva di gioie personali e rappresentata da diverse bocciature.

Mario Mandzukic

Mario Mandzukic, ex attaccante del Milan (LaPresse)

L’acquisto di Mandzukic è stata una delle operazioni più fallimentari degli ultimi anni. Nel gennaio 2021 l’attaccante croato è tornato in Italia per fare il vice-Ibrahimovic con scarsissimi risultati. Dopo il traumatico addio dalla Juventus, dove era rimasto fuori rosa per diversi mesi, aveva lasciato il calcio europeo e si era trasferito in Qatar per chiudere la sua carriera.

La chiamata del Milan però è stata difficile da rifiutare e il classe ’86 si è dato un’ultima occasione per tornare ad alti livelli. Ci speravano anche i rossoneri che, nonostante la lunga inattività, si sono fatti convincere dal suo curriculum di tutto rispetto e dall’esperienza nel calcio italiano. Purtroppo si sono sbagliati perché il giocatore ammirato tempo prima non c’era più.

La scarsa condizione fisica ha condizionato totalmente il suo impiego e le poche volte che è stato chiamato in causa ha fatto pentire velocemente la società. Alla fine, tra uno stop dietro l’altro, ha raccolto appena 10 presenze in Serie A e una in Europa League senza mai segnare. Il dato più significativo però è il numero dei minuti effettivamente giocati: 300 nell’arco di sei mesi disastrosi che successivamente l’hanno portato al ritiro.

Matteo Sfolcini

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Matteo Sfolcini

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