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Calcio

Inter, perché la mascotte è un serpente? C’è lo zampino di un attaccante

Da sempre il simbolo dell’Inter è un serpente e negli anni ’80 è nata anche una mascotte ispirata proprio alla biscia nerazzurra.

L’Inter esulta dopo un gol (Lapresse)

Le mascotte compaiono sui campi di calcio prendendo spunto dallo sport americano. Tante sono quelle che prima del fischio di inizio “riscaldano” i tifosi e c’è chi è andato oltre, come la Lazio. Da qualche tempo a questa parte l’Aquila biancoceleste non è più solo un pupazzo, come da tradizione per le mascotte, ma ha preso vita con “Olimpia” che vola sopra l’Olimpico prima delle gare biancoceleste.

Ogni squadra ha il suo simbolo, c’è la Zebra juventina, il Diavolo milanista, il lupacchiotto giallorosso, e poi ancora il Grifone genoano, l’asino napoletano, l’elenco è davvero lunghissimo.

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La storia della mascotte dell’Inter, il Serpente ha un nome spettacolare

Giocatori dell’Inter abbracciati (LaPresse)

Da sempre il simbolo dell’Inter è un seprente ispirato allo scudo degli Sforza, nobile casata lombarda. Mai è cambiato negli anni anche se, come tutto, si è evoluto con il passare del tempo.

Negli anni ’80 il simbolo è diventato una vera e proprio mascotte. Nel 1987 nasce infatti “Spillo” un simpatico pupazzo a forma di biscia nerazzurra con cappellino e visiera. Il suo nome è “Spillo” e non è per niente casuale, in quegli anni tra i nerazzurri gioca infatti Altobelli, soprannonimato “Spillo”, anima e cuore della squadra ed ex campione del Mondo nell’82. Una bella diimostrazione di affetto, che però arriva nel momento sbagliato visto che l’anno successivo Altobelli lascerà l’Inter.

Nel 1990 la mascotte della squadra cambia radicalemente. Dallo storico biscione si passa al al coccodrillo, un cambio radicale che nessuno si è mai riuscito a spiegare, visto che non ci sono affinità tra i due animali sono quelli di essere due rettili.

Matteo Oneto

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