Con l’avvento della pandemia e gli stadi chiusi, i club di Serie A hanno registrato ingenti perdite ed il calcio è cambiato totalmente.
L’interruzione del campionato 2019/2020 a causa del Covid-19 ha lasciato molti più strascichi di quanto si possa pensare. Da un giorno all’altro, tutto il Paese si è fermato: ingenti perdite di vite umane, aumento della disoccupazione, incremento della depressione e il settore calcio in crisi.
Ebbene sì, lo sport più seguito al mondo ha tremato e continua a farlo a causa della pandemia. Il fermarsi per quasi tre mesi, così come il giocare con gli stadi chiusi al pubblico, ha generato delle ingenti perdite andando così a creare dei danni irreversibili alle varie società.
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Serie A e i tifosi allo stadio post Covid
Per fortuna, con l’avvento dell’estate e soprattutto del vaccino, la diminuzione esponenziale dei casi ha fatto sì che si riaprissero, seppur non con capienza totale all’inizio, gli stadi. Un’iniziativa che ha portato i club a respirare, aumentando così, seppur sensibilmente, le entrate mensili.
Una scelta, quella del governo italiano, che ha consentito ai vari club di poter respirare nuovamente l’aria di una vera partita di calcio. Il tifo, le proteste e le conseguenziali pressioni derivanti da una sconfitta, mancano alle squadre italiane al punto tale da apprezzare il ritorno dei tifosi allo stadio.
Riaprire gli stadi, è significato anche far ripartire definitivamente una parte dell’economia italiana. La sorveglianza allo stadio, così come tutto ciò che ne consegue per il pre e post gara, danno ulteriore ossigeno ad un Paese come l’Italia che, in termini di occupazione, rimane sempre in emergenza.
Non è da meno l’aspetto psicologico: il poter andare allo stadio, il poter vedere i propri beniamini da vicino e il distrarsi, consente agli italiani di poter accantonare definitivamente quel periodo buio che è durato per ben 18 mesi.