Napoli, perché la maglia è azzurra? La storia della divisa del club partenopeo

La storia della maglia del Napoli, club fondato negli anni ’20 che non ha mai cambiato colori: a cosa è dovuto l’azzurro della divisa.

Lorenzo Insigne
Lorenzo Insigne

Il Napoli è stato fondato nel 1926 dall’imprenditore Giorgio Ascarelli, industriale tessile napoletano dalle origini ebraiche, grande appassionato di calcio. La nascita del club partenopeo è dovuta alla fusione di due squadre il Naples – dai colori sociali azzurro e celeste – e l’US Internazionale Napoli – caratterizzata dai colori blu notte e bianco, d’ispirazione ai colori del Golfo di Napoli. Con la fusione delle due società avvenuta nel 1922, furono adottati per le divise da gioco l’azzurro, il celeste ed il bianco, mentre il blu notte fu abbandonato.

Dal 1922 al 1926, la squadra campana fu chiamata Internaples, per poi diventare Associazione Calcio Napoli nell’agosto del 1926. E qual è stata l’evoluzione della maglia azzurra? Scopriamo insieme nelle diverse decadi com’è cambiata la divisa sociale del Napoli.

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L’evoluzione della maglia del Napoli: dalle origini all’era di Maradona

Rosa del Napoli 1987
Rosa del Napoli 1987

Sin dai primi anni ’20 fino ai primi anni del secondo dopoguerra, la prima maglia del Napoli era caratterizzata dal colore primario azzurro con lo scollo a V e lembi delle maniche bianchi. Un design che non è variato per 15 anni e che addirittura consegue un incredibile primato. Infatti, nel 1934 la finale per il terzo e quarto posto dei Mondiali si disputò a Napoli e l’Austria, per non confondersi con la casacca della Germania, utilizzò il kit da gioco partenopeo.

A partire dagli anni ’50, sparisce il collo a V: arriva il girocollo. Divisa sempre azzurra, ma di un colore più freddo. Nel decennio successivo, invece, compare il colletto e la maglia assume un colore più scuro. Nella stagione 1967-68, anno del secondo posto in Serie A, la prima maglia si caratterizza per un ritorno ad un azzurro più acceso e il collo a V. Un’eccezione di quel periodo.

Negli anni ’70 il design delle prime divise cambia maggiormente. Celebri quelle utilizzate sul finire della decade, con un azzurro molto simile al celeste e la presenza di bordi bianchi sulle spalle. Negli anni ’80, l’era Maradoniana, il Napoli presenta la maglia con il colletto ed un azzurro acceso.

Dai ’90 ai giorni nostri: com’è cambiata la maglia azzurra

Arkadiusz Milik
Arkadiusz Milik (Lapresse)

A partire dagli anni ’90, c’è una vera e propria rivoluzione, sebbene il colore primario resti sempre l’azzurro e variando solo qualche tonalità a volte più fredda e a volte più calda. Nel 1996-97, fu utilizzata una divisa caratterizzata da un motivo bianco e azzurro (di tre tonalità diverse) ispirato allo sponsor tecnico che all’epoca era Lotto. Invece, nel 97-98 la classica divisa azzurra presenta due linee in prossimità delle spalle: una bianca ed una blu scura. Linee che verranno riprese qualche anno più tardi: blu su sfondo azzurro. La vera e propria rivoluzione si vedrà nella stagione 2002-03, quando come prima maglia il Napoli adotterà una a strisce bianco-azzurre. Scompare il colletto e il colore azzurro tende ad essere più spento.

L’azzurro tornerà ad essere più carico nella stagione 2011-12. Tra il 2018 ed il 2019, la maglia presenterà come sfondo alcune trame. In quella 2018-19 ci sarà addirittura la presenza di una tigre. Ad oggi, invece, la rivoluzione più assoluta con il marchio EA7. Giorgio Armani solo in un’altra occasione aveva vestito una società calcistica con divise da gioco ed era per la squadra di Stromboli.

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