La confessione a sorpresa di Mario Balotelli nel memorabile incontro-intervista con l’ex leader degli Oasis Noel Gallagher
Mario Balotelli ha sempre diviso i suoi tifosi. Ha diviso anche i fratelli Liam e Noel Gallagher, grandi sostenitori del Manchester City. Nel suo periodo ai Citizens, ha firmato forse l’assist più importante nella storia del club, quello per Sergio Aguero che avrebbe realizzato il gol decisivo per il primo titolo in Premier League della squadra.
Allora, Liam Gallagher non ha mai sentito un particolare feeling con il centravanti allora al centro dei sogni anche della nazionale azzurra. Noel, invece, era pazzo di Balotelli. Nel 2011 gli dedicava spesso una canzone nel tour con il suo gruppo fondato dopo la rottura con il fratello, gli High Flying Birds: “AKA… What a Life”.
Ma non si è fermato qui. Con l’intermediazione della BBC, nella primavera del 2012 Noel Gallagher è riuscito a intervistare Balotelli al centro tecnico del Manchester City.
Le sue impressioni, pubblicate sul quotidiano inglese The Independent, rimangono illuminanti per comprendere Mario Balotelli in scena e fuori scena.
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Gallagher descriveva Balotelli come “una rockstar dei tempi moderni”. Lo racconta come un ragazzo in fondo timido, stupito che la gente parli così tanto di lui.
Il cantante parla di Balotelli come di un grande talento naturale, mosso dall’ispirazione e non dalla spiegazione. In questo sente una forte, profonda affinità. “Non ho mai preso lezioni di musica, nessuno mi ha mai insegnato a suonare la chitarra” confessa Gallagher.
“Quando suono, non so che faccio. Lo faccio e basta – conclude -. Giocare per Balotelli è come per me suonare”.
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Negli anni al Manchester City, i tifosi hanno imparato a voler bene a Mario Balotelli, nonostante le tante voci circolate su di lui che l’attaccante ha in buona parte a Roberto Mancini.
Il tecnico, allora sulla panchina del Manchester City, prima dell’intervista con Noel Gallagher si era augurato che il bomber a cui aveva concesso grandi chances all’Inter finalmente maturasse. Ma non era sembrato così ottimista.
“Se non fosse stato per Mancini, non sarei qui – ha confessato SuperMario, non ancora pubblicamente pronto a sconfessare le parole del suo allenatore -. Quando parla, di solito ha ragione. Io ho 21 anni, sono giovane, ma nell’ultimo anno sento di essere molto maturato”.
Dall’intervista, Noel Gallagher ha ricavato un giudizio che a posteriori possiamo definire profetico riguardo alla carriera del centravanti esploso nell’Inter. “Quando gli ho chiesto cosa volesse dal calcio – ha scritto – mi ha risposto che sogna di diventare il miglior giocatore del mondo. E’ una forza della natura, ma non credo che sappia davvero come fare”.
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