La storia del giovane talento siciliano Enrico Di Gesù che quest’anno è stato inserito nella lista UEFA per la Champions League del Milan di Pioli
Sembra un sogno, e invece è tutto vero. Enrico Di Gesù è il protagonista di questa storia. Sembra una favola, una di quelle da raccontare a Natale come “Una poltrona per due”, appuntamento fisso in tv la sera della vigilia. Ma il suo viaggio, lieto fine compreso, non ha nulla di immaginato. Da Caltanissetta, Di Gesù ha inseguito il suo grande traguardo nel mondo del calcio. Ha bruciato le tappe e si è ritrovato quest’anno nella lista della Champions League del Milan, insieme ai suoi idoli come Zlatan Ibrahimovic che da piccolo magari vedeva solo in televisione.
Di Gesù, per quanto meno appariscente di altri compagni di squadra, è uno dei giocatori di maggiore sostanza della Primavera del Milan. Duttile e completo, può giocare da mediano o da mezzala. Ha corsa, sa abbinare quantità e qualità, combina visione di gioco e senso della posizione. Poi, se si avvicina alla porta può disegnare meraviglie come il sinistro a giro sotto l’incrocio nel 2-2 contro la Roma, finora il suo unico gol stagionale.
Chi lo conosce, lo racconta come un ragazzo umile, serio e giustamente ambizioso.
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Di Gesù da Caltanissetta al Milan, inseguendo la Champions
In questo viaggio, Enrico Di Gesù ha avuto sempre l’appoggio di papà Ferdinando, medico campofranchese, e di mamma Maria, avvocato di Milena. Il suo primo allenatore, Giovanni Italia, ha ricordato a Repubblica la sua precoce intelligenza, non solo calcistica, e la sua educazione.
A dieci anni, poi, ha scoperto il Milan. Galeotto fu un campo estivo dei rossoneri in Salento, a cui Di Gesù aveva deciso di partecipare solo per divertirsi, che dovrebbe essere l’obiettivo primario dell’attività sportiva per ogni bambino di quell’età.
Gli osservatori rossoneri sono rimasti molto colpiti dal suo talento, e il Milan ha deciso di opzionarlo. Tornato in Sicilia, per alcuni anni si è diviso fra il calcio e il tennis, l’altra sua grande passione. Nonostante con la racchetta era almeno altrettanto promettente, alla fine ha scelto il calcio.
Una decisione contraria a quella fatta, ad esempio, da un’icona del tennis come Nicola Pietrangeli o, in tempi più attuali, da una promessa come Flavio Cobolli che impressionò Bruno Conti quando giocava nella Primavera della Roma.
Di Gesù, classe 2002, ha completato tutta la trafila delle giovanili del Milan. Si è trasferito a Milano a 14 anni, ha disputato per l’Under 15, l’Under 16, l’Under 17 e la squadra Primavera. Già convocato nelle varie selezioni giovanili fino all’Under 18, la scorsa estate ha disputato amichevoli contro il Valencia e il Nizza. Ha giocato accanto a Brahim Diaz o Giroud, ma ha trovato comunque il tempo di tornare a Caltanissetta e fermarsi al campo di padbol, una fusione di padel e calcio. Sempre nel segno del motto simbolo del suo primo maestro Giovanni Italia: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”.