Dzeko e il segreto dei parastinchi della Roma: c’è lo zampino del figlio

Dzeko e i parastinchi giallorossi: non sfugge il particolare del bosniaco. La ragione della “scelta stilistica” è suo figlio.

Dzeko Roma-Inter (Getty Images)
Edin Dzeko in Roma-Inter (Getty Images)

Certi amori non finiscono, recita l’adagio di una vecchia canzone. Vale lo stesso per Edin Dzeko che dopo quasi sei anni a Roma non riesce a dimenticare la Città Eterna: “Sono stato bene, non vi dimenticherò mai”. Detto, fatto. All’Inter dopo anni di gol e prodezze, segna con i nerazzurri contro Mou e i giallorossi ma non esulta: rispetto, ma anche un pizzico di nostalgia.

Avrebbe voluto dare di più alla Roma, nonostante sia già il terzo marcatore del club. L’amore per i giallorossi va al di là di ogni cosa: lo si nota anche dai dettagli. Ai tifosi è caduto l’occhio sui parastinchi. Nell’epoca dei social media non sfugge nulla: sono quelli della Roma. Il bosniaco se li è portati a casa, un piccolo souvenir per ricordare il passato. L’indossa per un altro motivo altrettanto particolare. Il “responsabile” è il piccolo Dani, secondogenito di casa Dzeko: romanista sfegatato.

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Dzeko non esulta in Roma-Inter (Getty Images)
L’attaccante bosniaco dopo il gol ai giallorossi (Getty Images)

Roma-Inter è una sorta di Derby del Cuore per lui: il papà stavolta gioca contro, ma per contratto. La vita è un’altra cosa. Quindi l’occhio cade nello spogliatoio: la maglia del Cigno di Sarajevo è nerazzurra, ma il cuore e i parastinchi restano giallorossi. Una “cortesia” al figlio, forse. Ma la realtà è che la Roma non si dimentica: tracce che restano in chi va via.

Non come una seconda pelle – quella spetta solo a Totti e De Rossi, nel recente periodo – ma quasi. Chiedere a Nainggolan che, nonostante il ritorno a Cagliari e il trasferimento ad Anversa, la Capitale non riesce a togliersela dalla testa. Giallorosso il cuore e il destino che, talvolta, porta a segnare contro, ma non può mai rinnegare un sentimento. Dzeko, a modo proprio, l’ha dimostrato.

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