Fiorentina, Vlahovic si racconta al The Telegraph: il serbo fa chiarezza sul paragone con Ibrahimovic. Cosa ha detto.
Dusan Vlahovic, l’attaccante del momento. Perlomeno in Italia, dove tutti lo definiscono come “la sorpresa in serbo” della Serie A. In realtà il centravanti viola è solo una splendida conferma per chi già ne conosce i requisiti: i paragoni si sprecano, ma lui cerca di andare avanti per la propria strada. Un cammino lastricato d’impegni.
La scelta di prendere la Fiorentina per mano, finché sarà possibile, e portarla in altro. Almeno in punti della classifica che un tempo non molto lontano per i viola erano di casa. Restando in tema, Dusan dovrà presto cambiare habitat. Il calciatore non ha rinnovato con la Fiorentina: le parti recentemente si sono rincontrare per provare a ricucire lo strappo, ma non c’è stato verso.
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Vlahovic, il paragone con Ibra: la reazione del serbo è incredibile
Di strappo, a dirla tutta, si può parlare relativamente: nei fatti non è stato raggiunto l’accordo. La realtà è che il ragazzo sa di essere un pezzo pregiato e Firenze gli stava stretta. Stesso discorso che ha fatto – non molto tempo fa – Federico Chiesa: nomen omen, ma il passato in certi casi non aiuta a vivere di rendita.
Ognuno ha la propria storia, quella di Vlahovic è imperniata sul talento. Infanzia e adolescenza passata a inseguire un sogno e ora un top club europeo potrebbe realizzarlo: quel salto di qualità che aspetta da tempo. Lo racconta persino in esclusiva al The Telegraph, a cui chiarisce anche l’entità del paragone con Ibra: “Spero di potermi avvicinare a lui, magari in futuro.
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La verità è che ho ancora tanto da imparare, i paragoni con lui comunque mi lusingano”. Il Milan l’avrebbe voluto come vice dello svedese, non è detto che la suggestione non torni di moda. L’Inter aspetta e la Juve si è tolta dai giochi: l’interesse c’è ancora, ma mancano le basi. Venute meno dopo lo scandalo plusvalenze. Una nuova pagina di storia si sta per compiere: Vlahovic prova a prendere il mondo in mano. È rotondo come un pallone e accarezzandolo nessuno ammonisce per fallo di mano.