Qatar+2022%2C+diritti+all%E2%80%99ultimo+stadio%3A+luci+e+ombre+di+un+Mondiale
calciotodayit
/2021/12/01/qatar-2022-diritti-ultimo-stadio/amp/
Calcio

Qatar 2022, diritti all’ultimo stadio: luci e ombre di un Mondiale

Qatar 2022, Nasser Al Khater, Direttore Esecutivo della manifestazione, ha fissato alcuni paletti: la questione è anche morale.

Qatar 2022 fra attese e tabù (Getty Images)

Un anno esatto dall’inizio del Mondiale in Qatar e i conti non tornano. Non è solo questione di fuso orario e cambiamenti – si giocherà a Novembre, cornice inedita dal punto di vista stagionale – ma soprattutto di metamorfosi. Il Direttore Esecutivo della manifestazione ha recentemente precisato il codice di condotta da adottare nel Paese: in Qatar, infatti, sarà severamente vietato ai professionisti (e non solo) omosessuali scambiarsi effusioni e gesti d’affetto in pubblico.

L’invito è stato scandito più volte, da Nasser Al Khater, con la precisazione: “I gay sono benvenuti, chiediamo solo di rispettare alcuni principi della nostra cultura”. Appunto, la questione è in primis culturale. Perché Mondiale non vuol dire soltanto una palla che rotola sul rettangolo verde. Il calcio è anche veicolo di socialità e integrazione: la manifestazione, da sempre, rispecchia culture diverse e non un credo univoco.

Leggi anche – Bologna-Roma, siparietto tra Vlahovic e Mourinho: che cosa è successo – FOTO

Qatar 2022, Nasser Al Khater avverte: “Gay benvenuti, ma…”

Mondiale tra criticità e impedimenti (Getty Images)

Infatti i Commissari Tecnici – dettaglio che spesso passa inosservato – sono anche ambasciatori delle varie Nazioni. Da qui l’esigenza di definirli C.T. anziché allenatori. Uomini e donne, perchè c’è anche il calcio femminile da tener presente, rappresentano il credo della propria compagine: tante filosofie di vita unite nel rispetto e nella concordia. Senza alcun tipo di preclusione.

Il Mondiale non è una vetrina turistica, almeno non soltanto. È innanzitutto specchio di una civiltà globale che cambia. L’accettazione della diversità di genere è alla base del cambiamento generazionale dei nostri tempi: motivo per cui non si tratta, e non può trattarsi, solamente dell’approccio verso il Qatar. Il Paese ospitante, in quel periodo, sarà lo specchio del mondo calcistico.

Un sistema che, almeno a livello sociale, non può e non dovrebbe avere ombre. Il rispetto delle differenze sociali e di genere passa, in primis, dalla libertà di poter agire nel pieno possesso delle azioni collettive: significa che, secondo criterio, deve essere possibile far tutto.

Non è così attualmente, per questo c’è chi si spaventa: “Se dovessi andare in Qatar avrei paura”, ha detto a chiare lettere Josh Cavallo. Il primo calciatore omosessuale a fare outing a livello internazionale. In ambito mainstream. “Non mi sentirei tutelato”, ha detto. In Qatar l’omosessualità non è soltanto un tabù, ma anche un deterrente per la censura e la negazione di alcuni diritti. Oneri e onori che mancano anche nel racconto di una vicenda sportiva che deve ancora compiersi, perchè non sono solo gli omosessuali a dover temere, evidentemente.

Un Mondiale, mille tabù: anche la stampa nel mirino

Mondiale, anche la stampa vessata (Getty Images)

Chiedere a Halvor Ekelan e Lokman Ghorbani, giornalisti della tv di Stato norvegese, che recentemente hanno svolto il proprio lavoro dalle parti di Doha. Un’inchiesta, a 365 giorni dal fischio d’inizio, che attesta – di fatto – le condizioni aberranti in cui gli operai e non solo sono costretti a lavorare per mettere in moto la macchina organizzativa.

L’impianto architettonico fatto in tempi record ha dei costi, soprattutto in termini di diritti umani. Basta farlo notare, come hanno fatto i due colleghi, per finire reclusi: 32 ore di carcere duro. “Ne discuteremo anche con la FIFA”, hanno garantito con ancora negli occhi immagini sopra il livello di guardia per crudezza e cinismo.

Troppi gli interrogativi a cui non è possibile rispondere esclusivamente con un comunicato stampa di poche parole. Nasser Al Khater parla di tradizione, ma la collettività pone l’accento su determinate abitudini di cui qualcuno dovrà rispondere. Prima che sia troppo tardi. Questa non è una partita da poter risolvere nei minuti di recupero, c’è ancora tempo – volendo – per dei cambi rilevanti che possono rimettere in sesto l’andamento del match. Altrimenti ci sarà sempre il timore dell’occasione sprecata e i rimorsi, nel calcio e nella vita, difficilmente pagano.

Andrea Desideri

Andrea Desideri. Giornalista freelance, appassionato di cinema, speaker radiofonico, sollevatore di pinte e romantico quando serve.

Share
Published by
Andrea Desideri

Recent Posts

  • Fuorigioco

Viaggio sportivo: come conciliare passione per il calcio e vacanza

Nel 2023, la serie A è stata definita dall’IFFHS (Federazione Internazionale di Storia e Statistica…

2 giorni ago
  • Fuorigioco

Alessandro Profumo e Rialto Ventures spingono K-Sport verso la rivoluzione del calcio digitale

L’introduzione dell’intelligenza artificiale nel mondo dello sport sta cambiando profondamente i metodi di scouting e…

3 giorni ago
  • Senza categoria

Sorteggi Europa League e Conference League: ecco chi affronteranno le italiane

I sorteggi per l'Europa League e la Conference League hanno completato il quadro delle sfide…

3 mesi ago
  • Calcio

Sorteggi Champions League: tutte le avversarie delle italiane

Il sorteggio della Champions League 2024/25, tenutosi oggi a Nyon, ha segnato un cambiamento significativo…

3 mesi ago
  • Calciomercato

Colpo d’esperienza a centrocampo: Candreva ad un passo

Antonio Candreva, l’ultimo baluardo della Salernitana è pronto a dire addio al club campano. Un…

3 mesi ago
  • Calciomercato

Dall’Arabia rilanciano per Dybala: strategia ‘sorprendente’ del fondo saudita

Paulo Dybala ribadisce il proprio no all’Arabia, tra decisioni familiari e sogni di Nazionale. È…

3 mesi ago