Nel 2022 i Mondiali si disputeranno in Qatar e gli ultimi messaggi degli organizzatori mettono in allarme la comunità LGBTQ di tutto il pianeta.
La prima volta in medioriente dei Mondiali di calcio sta per arrivare. In Qatar si disputerà un’edizione storica, la prima invernale con il programma che si snoderà tra novembre e dicembre. Questo imporrà una rivoluzione dei calendari, ma davvero non si poteva chiedere ai giocatori di disputare le partite a quelle latitudine in estate.
Il Qatar è un Paese con tante contraddizioni e una legge ferrea per quello che riguarda gli omosessuali. Secondo la sharia infatti l’omosessualità è incompatabile con l’Islam e potrebbe essere punita anche con la morte. Così la comunità LGBTQ è preoccupata.
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Oggi ha parlato il direttore del Comitato Organizzatore che ha cercato da un lato di spegnere le polemiche, ma dall’altro non ha potuto fare grandi aperture. Nasser Al-Khater ha dichiarato: “Le dimostrazioni di affetto in pubblico sono vietate a tutti, questa è la cultura che c’è nel Paese e credo che vada rispettata. Lo chiediamo ai fan e credo proprio che loro lo faranno”.
La Coppa del Mondo in Qatar è sotto i riflettori da tempo. Le condizoni di lavoro nei cantieri sono finite nel mirino di tante associazioni mondiali che avrebbero scoperto gravi violazioni e anche alcuni casi di decesso durante la costruzione degli stadi.
Polemiche che però non interessano Nasser Al-Khater che spiega: “Sappiamo che la Coppa del Mondo mette il Qatar sotto i riflettori e lo abbiamo visto in passato, ma se è qualcosa che può servire a raggiungere un cambiamento, noi ci saremo”.
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