L’indagine della Covisoc sulle plusvalenze non si ferma alla Juve anche se sui bianconeri pesano le parole dell’ex capo della Procura FIGC
Si allarga l’inchiesta della Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società di calcio, a proposito delle plusvalenze. Perché se c’è chi vende, c’è chi clmpra e lo sviluppo è inevitabile.
Le operazioni coinvolgono cinque club di Serie A: Juventus, Napoli, Genoa, Sampdoria ed Empoli. Nella lista anche sette società straniere (Manchester City, City, Lugano, Marsiglia, Lille, Basilea ed Amiens) e formazioni di Serie B e Serie C.
Molto si parla del coinvolgimento della Juventus su cui è tornato, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ex capo della Procura della FIGC, Giuseppe Pecoraro.
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Plusvalenze, la rivelazione di Pecoraro: “La Juve…:
E’ una questione di sistema, ha spiegato l’ex procuratore federale Pecoraro in un’intervista al Corriere della Sera. Per vincere in Europa, ha detto, “servono risorse infinite, perché competi con colossi che si arricchiscono con il petrolio e il gas e non con il lavoro degli uomini“. Il riferimento, chiaro, è a proprietà come quelle del Manchester City, del Chelsea o del PSG. E allora si ricorre alle plusvalenze.
Nell’intervista Pecoraro tocca altri due temi caldi. Confessa che quando era a capo della Procura della FIGC si è trovato in difficoltà a indagare sulla Juve e sulle altre big della Serie A. “Quando chiedevo le carte sulla Juve, mi arrivavano quelle su Bari, Foggia, Palermo. Ma così non siamo tutti sullo stesso piano” ha detto.
Infine, dice la sua sulla questione di principio al centro della vicenda: chi decide il valore di un giocatore? Secondo Pecoraro, questo valore è soggettivi ma solo entro certi limiti. “Si devono stabilire dei parametri. Ora li chiamano algoritmi. Poi c’è una parte che deve essere lasciata libera, al mercato“.