Valentino Rossi, ultimo giro. Il campione di moto si ritira e corre, per l’ultima volta, a Valencia: l’Inter omaggia il pilota. La dedica.
Valentino Rossi, l’ultima sgasata. L’accelerazione forte, che diminuisce solo al cospetto dei battiti sapendo che è finita: il pilota MotoGP corre a Valencia l’ultima sua gara da professionista. “Domani smetto” cantano gli Articolo 31. Quel domani è arrivato e Vale si prepara – suo malgrado – a una nuova vita: in sella ai sentimenti. Un figlio in arrivo e altre priorità.
Casco al chiodo, da domani, ma prima un ultimo giro di giostra: “Vorrei finire la gara in top ten”, ma lui tra i primi posti c’è già. Riconosciuto da sempre, in Italia e non solo, come il migliore. 9 campionati mondiali vinti, un decimo titolo sfiorato qualche anno fa. Poi la bagarre, dentro e fuori la pista, con quel calcetto che suona ancora come una nota stonata ma era solo il ruggito di un leone in gabbia. Ora, però, il passato non c’entra. Il presente è fatto di passioni e (nuove) opportunità.
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Valentino Rossi, anche l’Inter saluta il campione: tributo al pilota di MotoGP
Al punto che l’attenzione la desta anche il calcio, altra grande passione del pilota dopo il motociclismo e l’automobilismo. Settore a cui, peraltro, è stato accostato più volte. La squadra del cuore è una: l’Inter, che è andato a vedere più volte. Ne ha anche condiviso la passione con una delle sue ex fidanzate storiche: Elisabetta Canalis. Oggi, un applauso, glielo tributa anche lei. Ha cambiato vita, ma i ricordi non si cancellano.
🔝 | INTERISTI
🏆9 Campionati
🏍372 Gare
🏁199 Podi
🥇89 Vittorie#GrazieVale, Legend @ValeYellow46 ! 🖤💙 pic.twitter.com/C8o2KQ4FIa— Inter 🏆🇮🇹 (@Inter) November 14, 2021
Così anche i nerazzurri ricordano un’icona senza tempo. Un post sulla pagina ufficiale, il nerazzurro – una volta tanto – si mischia con il giallo. Il numero che conta, ora e per sempre, resta il 46 che non a caso sommato fa 10. Sei più quattro. Questione di kabala, scaramanzia o semplicemente cuore: lo stesso che batte in tribuna e in pista. Ecco perché il talento non conosce limiti e confini, proprio come gli applausi che riceve. In alto le sciarpe, Valentino Rossi saluta e, nell’ultimo giro, c’è anche un pizzico di Serie A.