Aguero, l’attaccante argentino ha problemi al cuore: l’aritmia potrebbe dargli qualche preoccupazione. Il responso ufficiale del Barcellona.
Tra il Barcellona e Aguero si mette sempre qualcosa di mezzo, stavolta sono i problemi al cuore del Kun che allarmano dalla Spagna e non solo. Gli estimatori del giocatore sono preoccupati, ma anche gli amanti del calcio in generale: il caso Eriksen è ancora negli occhi di tutti. Certe situazioni vanno prese in tempo e con il fuoriclasse di Buenos Aires è stato possibile: la situazione è parsa strana durante le ultime gare, poi la prognosi: aritmia cardiaca.
Il ricovero e gli accertamenti in attesa di capire e formulare ipotesi. Quel che più conta è la salute, compatibilmente con la carriera: domandarsi se e quando potrà rientrare in campo è lecito. Se lo chiedono i tifosi, ma ancor più lui che vuole dimostrare – ai catalani e a sé stesso – che non è ancora finita. Il Barcellona, però, ci va coi piedi di piombo sapendo che al cuor non si comanda. In ogni senso possibile. Decide lui, ogni cosa: la riabilitazione può fare molto, ma certe questioni vanno risolte con metodo, disciplina e pazienza.
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La stessa che ha avuto la compagine spagnola prima di formulare un responso ufficiale: in questi giorni si è lavorato lontano dai radar, anche se qualcosa a mezzo stampa è arrivato ugualmente, per evitare previsioni fuorvianti. La notizia che chiunque aspettava, però, è arrivata: “El Kun” – come lo chiamano i compagni e gli ammiratori dalla prima ora – dovrà star fuori tre mesi.
Periodo in cui seguiranno una serie di terapie e controlli, monitoraggio e progressi. Due parole d’ordine con cui Aguero dovrà – necessariamente – familiarizzare: il club, oltre all’in bocca al lupo, ha diramato un comunicato ufficiale: “Nei prossimi mesi – si legge sui canali social ufficiali della società blaugrana – verrà valutata l’efficacia del trattamento per improntare il percorso di guarigione”.
Tradotto: se ne esce, bisogna solo capire come. E le prime indicazioni, per Aguero, sono inequivocabili. Sostenere da casa, tifare, non troppo, con la voglia di chi ha superato l’ennesima battaglia importante. Ora è il momento del secondo capitolo: il gol più bello sarà rivederlo in campo, perchè – stavolta sì – è anche una questione di cuore.
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