Mancini lo aveva detto nella conferenza della Vigilia: “Questa trasferta è la punizione per il campionato di merda dell’anno scorso”.
Quello che non poteva aspettarsi il difensore della Roma, è che la punizione non sarebbe stata solo un lungo viaggio infrasettimanale in un paesino sconosciuto della Norvegia, bagnato da una mare ghiacciato che dal lato opposto si infrange sulle coste della Groenlandia.
Ora c’è da capire se, non si offendano i norvegesi, se alla luce del punteggio tennistico rifilato ai giallorossi, il calcio sia arrivato anche li, oppure sia rimasto a Roma.
Cerchiamo di riassumere la caporetto giallorossa in 3 motivi.
Turnover esasperato…
– Di sicuro ha influito sul risultato, l’eccessivo turnover proposto da Mourinho in vista della sfida contro il Napoli in campionato
Se l’idea di far rifiatare qualcuno sembrava condivisibile, non lo stata altrettanto quella di proporre contro i norvegesi una vera e propria Roma B.
A parte Rui Patricio, degli 11 che generamente sono presenti degli 11 titolari fino a questo punto della stagione, risulta presente solo Ibanez.
Ovviamente l’intesa e i meccanismi ne hanno risentito, forse troppo rispetto a quanto si aspettava lo Special One.
Distanze completamente sballate tra i reparti, movimenti fuori tempo e passaggi troppo frettolosi o troppo tardivi, hanno fatto si che il Bodo Glimt prendesse in mano il gioco e chiudesse il primo tempo in vantaggio seppur con un punteggio ribaltabile nella ripresa.
Che il turnover possa aver influito, non ci sono dubbi, ma che possa essere additato come l’unica causa della disfatta è una tesi facilmente confutabile. Mourinho, infatti, nella ripresa sfrutta i 5 cambi mandando in campo l’artiglieria pesante, ma le cose invece di migliorare, addirittura peggiorano, con la seconda frazione che si chiude con un parziale di 4-0 per i norvegesi.
Atteggiamento rivedibile…
– Un certo peso può aver avuto sicuramente anche l’atteggiamento inaccettabile da parte di coloro che sono scesi in campo dal primo minuto. Il tecnico giallorosso si aspettava sicuramente, da coloro che il campo lo vedono poco, un impatto sul match completamente diverso.
Poca grinta, nessuno spirito di sacrificio e mancata collaborazione con i compagni. Giocate personali ed estemporanee che non hanno portato praticamente a nulla. Tutto quello che non ti aspetti da chi dovrebbe mangiarsi l’erba per dimostrare di meritarsi più spazio.
Invece, a fine gara, l’atteggiamento della squadra ha portato Mourinho ad assumersi giustamente, tutte le responsabilità dell’accaduto e a dichiarare laconicamente: “Adesso, fortunatamente non mi chiederete perchè giocano sempre gli stessi”.
Clima rigido e campo sintetico…
– Per completare l’opera, ma non certo per creare alibi ad una sconfitta incommentabile, mettiamoci dentro per entrare un po’ più nel dettaglio anche il clima rigido di quelle zone che può aver influito sulla prestazione prettamente fisica dei giallorossi, di sicuro meno abituati rispetto agli avversari, a certe temperature.
Anche il campo sintetico non avrà aiutato gli uomini di Mourinho che giocano il 99% dei loro match in campi dal manto naturale.
Un particolare in più che non mette e non toglie nulla alla sonora batosta che una modesta squadra scandinava ha rifilato ai giallorossi contro ogni pronostico.
I motivi che hanno portato alla sconfitta possono essere tanti, ma nulla giustificherebbe una sconfitta tanto pesante, la più pesante della carriera di Josè Mourinho.