In Israele, durante il match tra l’Hapoel Tel-Aviv e il Beitar Gerusalemme è accaduto un fatto ignobile. Ecco, nel dettaglio, cos’è successo
Nella sesta giornata della Liga ha’Hal (massimo campionato israeliano) è andata in scena la sfida tra Hapoel Tel-Aviv e Beitar Gerusalemme. Il match è stato vinto dai padroni di casa per 1-0 grazie alla rete al 94′ di Azulay.
Tuttavia, la sfida sta facendo parlare di sé per un fatto ignobile accaduto sulle tribune e specificatamente tra i tifosi del Beitar. La squadra giallonera, tra i suoi ultras, ha un gruppo organizzato denominato ”La Familia”, famoso in tutto il mondo per essere fortemente razzista.
Durante il sopracitato match, alcuni esponenti di questo gruppo hanno commesso un bruttissimo gesto.
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Israele, ecco cos’è successo tra i tifosi del Beitar
Durante il match, nel settore dedicato ai tifosi del Beitar, è scoppiata una diatriba a causa di un calciatore schierato titolare dal tecnico della formazione di Gerusalemme. Infatti l’allenatore serbo Slobodan Drapić ha scelto nell’undici iniziale il calciatore guineano Kamso Mara, la decisione non è piaciuta ad alcuni esponenti de ”La Familia” poiché Mara è di religione musulmana.
Per tale ragione si è innescato un parapiglia tra alcuni ultras appartenenti al gruppo organizzato e alcuni tifosi che invece non hanno esitato nel sostenere il calciatore. La situazione è poi degenerata con alcuni scontri fisici tra le due fazioni, in cui è rimasta ferita anche una donna invalida.
La stessa donna, curata successivamente in ospedale, ha anche raccontato ai media che le è stato detto che nella curva del Beitar non c’è posto per donne e disabili.
Il presidente del Beitar, Moshe Hogeg, da anni si occupa di combattere il razzismo e la violenza nel calcio e poche settimane fa ha comunicato di voler vendere il club poiché stanco di questi comportamenti da parte dei tifosi. Nel dettaglio, il presidente si è scagliato proprio con il gruppo organizzato de ”La Familia”, spiegando come si tratti di un vero e proprio movimento terroristico.