Fuori allo stadio Maradona è apparso uno striscione per Koulibaly e i suoi compagni vittime di razzismo: il messaggio della città di Napoli.
Dopo quasi due settimane di sosta per gli impegni delle nazionali, torna il campionato e tornano i tifosi allo stadio. Addirittura, in questo weekend calcistico, gli impianti di Serie A possono ospitare per la prima volta dall’inizio della pandemia fino al 75% della capienza. Si volta pagina, il virus non è stato sconfitto ma la strada intrapresa è quella giusta.
Un altro virus, invece, resta da combattere ed è una continua minaccia. Si tratta del razzismo, di cui sono state vittime Koulibaly, Osimhen ed Anguissa nell’ultima gara giocata a Firenze prima di partire con le rispettive Nazionali in Africa. E dato che quella contro il Torino sarà la prima partita in casa, i tifosi del Napoli hanno voluto lasciare un messaggio fuori lo stadio Maradona ai tre giocatori. L’idea è nata dal gruppo di supporter che qualche anno fa crearono un gioco da tavolo per Maurizio Sarri “La mossa del comandante“: lo stesso soprannome associato a Kalidou Koulibaly.
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Koulibaly, lo striscione al Maradona: “Siamo tutti africani”
E’ apparso un cartellone fuori la Curva B del Diego Armando Maradona in occasione della gara di quest’oggi tra Napoli e Torino. Lo striscione esposto fuori i cancelli dello stadio recita in dialetto napoletano: “Siamo tutti africani noi napoletani“, con tanto di traduzione in inglese.
Un messaggio per sostenere i giocatori del Napoli colpiti da insulti razzisti a Firenze, ma anche di tutti coloro che in questo avvio di campionato hanno ricevuto offese per etnia, colore della pelle e altre discriminazioni. E in merito alla soluzione per estirpare il razzismo dagli stadi, Luciano Spalletti ha dichiarato alla vigilia della gara: “Ho detto a Koulibaly che la prossima volta deve fare la foto delle persone che lo insultano. Si fa prestare un telefono, fa la foto e così diventa più facile buttarli fuori dallo stadio. Vogliamo tutti diventare altissimi e nerissimi come il watusso Koulibaly“.