Xerdan Shaqiri finisce nella bufera dopo la gara giocata con la sua Svizzera: scoppia un caso internazionale per terrorismo
La Svizzera vince e rimette nel mirino l’Italia nel girone delle qualificazioni ai prossimi Mondiali di Qatar 2022. Gli elvetici hanno battuto l‘Irlanda del Nord per 2-0 in una sfida trappola in cui, se non fosse arrivata la vittoria, le speranze di staccare il biglietto per la competizione iridata sarebbero state pochissime.
L’ostacolo è stato superato e adesso la sfida contro l’Italia diventa un vero e proprio spareggio per il primo posto, l’unico che vale il viaggio diretto verso il Qatar, mentre la seconda posizione rimanda il verdetto ai playoff.
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Shaqiri ed il terrorismo: cos’è successo al calciatore
A fare notizia, più che il successo degli elvetici, è quello che è successo dopo. Nell’intervista post gara Xerdan Shaqiri è stato avvicinato da uno sconosciuto che gli ha posato sulle spalle una giacca dell’armata di liberazione del Kosovo, paese di provenienza del giocatore.
L’UCK è un’organizzazione terroristica secondo i rapporti dell’ONU e così è scoppiato il caos. Va sottolineato che il giocatore ha immediatamente tolto la giacca e allontanato lo sconosciuto appena capito di che cosa si trattasse.
La Federazione elvetica non ci sta e passa all’attacco: “E’ inaccettabile che le persone abusino di un’intervista post partita per fare propaganda politica. Shaqiri ha avuto un comportamento esemplare. Il colpevole è stato interrogato dalla polizia e gli è stato subito imposto un divieto d’accesso allo stadio”.
La storia però non finisce qui, la Federazione serba infatti ha visto nel gesto una propaganda a favore di telecamera e in un palcoscenico molto importante dell’UCK e si starebbe rivolgendo alla FIFA per chiedere di intervenire.