Materazzi contro Thuram sul razzismo negli stadi: lo scontro è social, volano parole grosse. Le reazioni dei follower.
A tenere banco, anche durante la sosta per le Nazionali, è il razzismo negli stadi: quello che è successo a Koulibaly di recente, o altri episodi simili sui campi di Serie A, sta cominciando a diventare una spiacevole abitudine. Ancor più spiacevole, poi, diviene quando il dibattito prende una piega diversa sui social. Il tema è molto discusso, soprattutto per capire cosa fare o non fare allo stadio: come gli addetti ai lavori, calciatori compresi, possono prendere posizione su questo.
C’è chi ferma il gioco, chi si indigna a modo proprio e chi, invece, propone un dibattito aperto. Come il giornalista Nicola Porro che, su Twitter, attraverso il proprio sito ufficiale, propone un articolo in cui Materazzi contraddice pesantemente Thuram (ex giocatore del Milan) sull’argomento.
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Materazzi, tackle scivolato su Thuram: il razzismo negli stadi fa scoppiare la polemica
L’ex difensore e Ambasciatore UNICEF sul tema chiarisce che: “Il razzismo è una trappola, un’ideologia politica che va avanti perchè c’è gente che ci guadagna. Bisogna uscire da questa arroganza per tornare ad essere umani. I giocatori devono dire: “Sì, c’è razzismo in Italia”, ma perchè amano il Paese e vogliono cambiare le cose”.
Pronta la replica di Matrix: “Con tutto il rispetto per Thuram, il problema non è il razzismo, ma la cattiveria dell’essere umano. Thuram non ha mai detto niente quando gridavano Materazzi figlio di p… Gli insulti allo stadio ci sono, senza voler sminuire il problema, ma dobbiamo cambiare la concezione di approccio a certe tematiche”.
La replica di Materazzi al collega ex rossonero ha fatto saltare la mosca al naso a più di un utente che ha subito precisato alcuni punti fondamentali: “Un conto è l’insulto, un conto è ghettizzare un’etnia con le parole”, hanno spiegato. Puntualizza, a modo proprio, anche lo speaker e autore televisivo Fabio Alisei che, sotto l’articolo di Nicola Porro, commenta: “I figli di p…non sono una razza”. Gli animi si accendono anche fuori dagli stadi, segno che il tema è ancora molto caldo e la strada da fare per affrontarlo e arginarlo è lunga.
Guarda che è una minchiata. I figli di puttana non sono una razza
— Fabio Alisei (@fabioalisei) October 9, 2021