Il Barcellona dovrebbe giocare per un anno le partite in casa lontano dal Camp Nou. Vediamo i motivi di questa situazione per i blaugrana
Il Barcellona giocherà le sue partite in casa almeno per un anno lontano dal Camp Nou. Una situazione simile a quella vissuta durante la pandemia al Real Madrid. I Blancos, infatti, hanno giocato a lungo anche in Champions League allo stadio Alfredo Di Stefano, uno stadio da seimila spettatori nel centro tecnico delle merengues.
I blaugrana dovranno temporaneamente abbandonare la casa da 110 mila spettatori che rappresenta una componente centrale dell’identità del club.
Due le possibili opzioni vagliate dal presidente Laporta. Il Barcellona potrebbe giocare al Montjuic, lo stadio che ha ospitato la cerimonia d’apertura dell’Olimpiade del 1992, che però è stato a lungo la casa del club rivale, l’Espanyol. Oppure, e sembra l’ipotesi più probabile, al Johan Cruijff Stadium che oggi può ospitare solo seimila spettatori. Ma il presidente vorrebbe alzare la capienza a 50mila posti, se dovesse essere questa la nuova casa del Barcellona.
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Barcellona, le ragioni dell’arrivederci al Camp Nou
Lo stadio Cruijff, che rientra nella categoria 3 nella classificazione UEFA, ospita già le partite della squadra femminile. E si trova accanto alle strutture di allenamento del centro tecnico della squadra, la Ciutat Esportiva Joan Gamper.
Il Camp Nou è fondamentale per il futuro e la sostenibilità dei conti del club, ha spiegato il presidente Laporta. Per questo, la società ha deciso di avviare un progetto di ammodernamento dello stadio programmato già dal 2016. Un progetto per cui è necessario un prestito, e a quanto pare la società sarebbe già in trattativa con la Goldman Sachs per ottenerne uno da quasi 1,5 miliardi di euro.
