I nomi di Roberto Mancini e di Gianluca Vialli compaiono nell’inchiesta Pandora Papers sui paradisi fiscali. Perché sono coinvolti
L’inchiesta Pandora Papers coinvolge Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Lo rende noto L’Espresso, che fa parte dell’Icij, il consorzio internazionale di giornalismo investigativo, in esclusiva per l’Italia. Ed è proprio il lavoro del consorzio che, analizzando una mole enorme di documenti, ha fatto emergere fondi nei paradisi fiscali ricondotti a grandi personaggi della politica, dello spettacolo e dello sport.
Dopo Carlo Ancelotti e Pep Guardiola, la nuova puntata dell’inchiesta accende una luce sul ct della nazionale, che ha incassato in Nations League contro la Spagna la prima sconfitta dopo 37 partite, e sul capo delegazione degli azzurri a Euro 2020.
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Mancini e Vialli nei Pandora Papers: le attività contestate
Nell’inchiesta, i colleghi dell’Espresso sottolineano che Mancini è stato azionista di una società con sede nelle Isole Vergini Britanniche, la Bastian Asset Holdings. Nel 2009, aggiungono, ha segnalato a una società fiduciaria italiana di voler chiedere lo scudo fiscale e regolarizzare la sua posizione. Dai documenti analizzati, alla società caraibica di Mancini era intestato un aereo.
Anche Vialli era qualificato come proprietario di una società con sede nelle Isole Vergini Britanniche, la Crewborn Holdings. Sarebbe servita all’ex bomber della Sampdoria e della Juventus, cittadino britannico da diverso tempo, a gestire finanziamenti ad attività nel territorio italiano.