Il nome di Antonio Conte emerge in relazione al futuro del Barcellona, ma i tifosi non sembrano del tutto convinti di vederlo al posto di Ronald Koeman
Il Barcellona è ormai allo sbando. I 54 cross nel pareggio contro il Granada e il crollo in Champions League in casa del Benfica, mettono Ronald Koeman in una posizione sempre più difficile da sostenere. I segnali che la sua gestione blaugrana sia ormai agli sgoccioli abbondano. Ma tanti, troppi problemi, in campo e fuori rimangono irrisolti.
Tante le ipotesi sul nome del prossimo candidato alla panchina del Barcellona. I primi nella lista, secondo le indiscrezioni, sono quelli di Xavi e Roberto Martinez, il ct del Belgio, che rispetterebbero l’identità e il DNA cruyffiano del club. C’è anche Andrea Pirlo, che a Laporta ricorda l’esperienza passata con Frank Rijkaard, peraltro sondato per un possibile ritorno sulla panchina del Barcellona.
I tifosi blaugrana però si dividono sul nome del candidato forte che starebbe emergendo nelle ultime ore, Antonio Conte.
Il suo profilo appare decisamente lontano dagli ideali estetici su cui il Barcellona ha basato il suo stile dall’inizio degli anni Novanta. Allora Johann Cruijff è tornato in blaugrana come dirigente, e ha inciso profondamente in tutti i settori della cultura del club, dallo stile di gioco all’organizzazione della Masia, trasformata nella “cantera” più invidiata d’Europa.
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Il calcio di Conte, non lo scopriamo certo oggi, è intenso, veloce, infuocato. Costruisce macchine ben oliate, squadre solide e fiere. Ha in un certo senso avviato il recupero moderno del 3-5-2 come modulo vincente.
Dal punto di vista tattico, Conte dovrebbe rifondare il Barcellona, e ripetere in un certo senso quanto fatto al Chelsea. In teoria, i giocatori quantomeno per disporsi secondo la sua impostazione ci sono: Ronald Araujo, Eric Garcia, e Gerard Pique in difesa; Sergiño Dest e Jordi Alba sulle fasce; Sergio Busquets, Pedri, e Frenkie De Jong trio di centrocampo; Memphis Depay e Ansu Fati davanti.
Ma una squadra con queste caratteristiche potrebbe non avere la solidità difensiva per reggere la pressione avversaria, né la rapidità in mezzo per ribaltare il gioco.
L’altro grande timore dei tifosi riguarda l’abitudine di Conte di chiedere investimenti ingenti alle società. Ma al Barcellona non gli sarà possibile. I conti blaugrana sono decisamente in rosso, e la conseguenza immediata è il limite di spesa imposto dalla Liga molto più stringente del passato.
Il Barcellona, pesantemente indebitato, non può superare un monte ingaggi di 97,9 milioni di euro: solo un anno fa era di 382 milioni. I catalani sono settimi nella classifica dei costi massimi per la rosa, funzione diretta degli introiti e dei ricavi o dei debiti. Una graduatoria guidata dal Real con 789 milioni di tetto salariale.
I risultati in Europa aumentano poi le perplessità dei sostenitori del Barcellona. Per certi versi Conte in questo momento sarebbe una scelta difficile da contestare per raddrizzare la rotta nel breve periodo. Appare altrettanto complesso che l’ambiente possa accettarlo come tecnico su cui rifondare il club in un orizzonte temporale più lungo.
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