De Laurentiis contro Berlusconi: “Siamo indietro di tre anni!”

De Laurentiis contro Berlusconi sui nuovi diritti tv e sulla qualità del servizio. Un attacco del presidente azzurro senza precedenti.

De Laurentiis contro Berlusconi
De Laurentiis contro Berlusconi sui diritti tv

In 17 anni di presidenza azzurra, Aurelio De Laurentiis, si è sempre contraddistinto per tre cose: bilancio positivo, squadra sempre nelle prime sei posizioni e per le sue esternazioni. Uno tsunami che ogni tanto si scaglia contro il sistema calcio, accusato di ragionare ancora in maniera anacronistica e quindi in maniera fallimentare.

Certo, in alcuni casi, il presidente del Napoli ha dimostrato di non avere torto: sia per quanto concerne la spartizione dei diritti tv che la formulazione del calendario di Serie A, De Laurentiis ha dimostrato di avere ragione. Questa volta però, nonostante la squadra viaggi come un treno ad alta velocità, ha deciso di parlare della questione Dazn e di scagliarsi contro Berlusconi.

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De Laurentiis contro Berlusconi: è scontro

De Laurentiis contro Berlusconi
Aurelio De Laurentiis (GettyImages)

Secondo quanto viene riportato da ‘Tuttomercatoweb’, durante un convegno ripreso da ‘Il Sole24Ore’, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha parlato del ritardo tecnologico dell’Italia in termini di connessione: “Siamo sempre in ritardo noi italiani. Io mi sono battuto per andare su DAZN, facendo incazzare anche i colleghi, perché è vero che noi avremo problemi, vedremo male ecc. ma noi grazie al signor Berlusconi non abbiamo sviluppato la rete come negli altri paesi europei e siamo indietro”.

Dopo un attacco all’ex presidente del Milan, Il patron partenopeo ha spiegato perché sarebbe il caso di iniziare a stretto giro. “Se noi non iniziamo e continuiamo ad andare sul satellite con Sky – ha detto De Laurentiis tra 3 anni dovremo ripartire da capo. Invece abbiamo Draghi che è un uomo intelligente che ci tiene a questo e Colao che ne capisce. Stimoliamoli e facciamo implementare la rete per essere competitivi come già avviene negli altri paesi europei”.

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