Uno dei grandi artefici della rinascita del Milan è senza dubbio l’allenatore Stefano Pioli: eppure, nonostante il contratto in scadenza a giugno, ancora non si parla di rinnovo.
Arrivato in sordina due stagioni fa, Stefano Pioli ha saputo dare al Milan le caratteristiche giuste per tornare ad essere protagonista in Italia ed in Europa. Risultati importanti ottenuti con il lavoro e mantenendo un profilo basso che ha permesso ai giocatori di non caricarsi di responsabilità.
Sembra passata una vita da quando sembrava che il suo destino in rossonero fosse segnato: c’era Ralf Rangnick in arrivo, e la società sembrava orientata a favorire l’allenatore e dirigente sportivo tedesco. Poi, grazie ai risultati inanellati dopo il lockdown, il fantasma del sostituto svanì, e Pioli si conquistò il diritto di rimanere sulla panchina rossonera.
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Nonostante gli ottimi risultati, il contratto di Pioli però non è ancora oggetto di discussione rispetto ad un rinnovo. Non è stato calendarizzato ancora nessun incontro, con il contratto in scadenza nel Giugno del 2022. Di solito non si aspetta l’ultimo minuto per prolungare accordi così delicati: che la società rossonera voglia verificare i risultati di questa terza stagione prima di allungare l’accordo con il mister? Una soluzione che non farebbe piacere ai tifosi, che si sono legati all’allenatore come dimostra anche il coro “Pioli is on fire” con cui omaggiano l’allenatore dagli spalti quasi ad ogni partita.
Ma una novità emersa negli ultimi giorni tranquillizza gli animi: nel contratto di Pioli esiste un’opzione di rinnovo che il club può esercitare unilateralmente per prolungare l’accordo fino a giugno 2023. Sia il fondo Elliott che la dirigenza rossonera si sentono abbastanza tutelati da questa clausola: è per questo probabilmente che non stanno accelerando i tempi del rinnovo. Ovviamente le parti potrebbero anche accordarsi per un prolungamento più lungo e con condizioni economiche diverse da quelle previste dall’attuale contratto ed eventualmente confermate dalla clausola. Ma in linea di massima, e a meno di clamorosi ribaltoni nelle prestazioni e nei risultati, Pioli può stare sereno: la panchina del Milan sarà ancora sua.
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