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Calcio

Juventus, tre indizi fanno una prova: Allegri ce l’ha proprio con loro

Da CR7 a Chiesa, passando per De Ligt: sembra che Massimiliano Allegri non veda bene i giocatori che non sente “suoi”. Ma per la Juve potrebbe essere un problema.

Il sorriso con cui ha “salutato” la partenza di Cristiano Ronaldo aveva fatto un pò pensare: come si può essere – almeno in apparenza – così sereni di fronte alla partenza di mister 101 gol? Ma d’altronde si sapeva anche come Allegri non fosse uno dei più accesi sostenitori del top player portoghese in chiave bianconera. “Non mette i giovani in condizione di crescere serenamente”, pare avesse detto ad Andrea Agnelli durante uno dei tanti confronti che i due hanno avuto nel corso di questi anni.

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Ma una serie di episodi avvenuti dopo la partenza del campione portoghese hanno fatto affiorare negli addetti ai lavori e sopratutto in tanti tifosi un sospetto. Non è che mister Allegri non si fidi molto dei giocatori che non facevano parte della “sua” Juve? Cr7 è stato un pò un corpo estraneo di infinita qualità innestato nella sua Juve, e nessuno scorda il gesto con cui il cinque volte pallone d’oro si è rivolto ad Allegri dopo l’eliminazione con l’Ajax ai quarti di finale di Champion’s League. Era il 16 aprile del 2019, e di lì a qualche mese Max Allegri non sarebbe stato più l’allenatore della Juventus.

Poi il ritorno: e dopo l’addio a Ronaldo la richiesta di riavere Pjanic, e l’ok al ritorno di De Sciglio e Rugani. Operazioni andate (o non andate) a termine anche per esigenze di mercato, certo. Ma la volontà del mister non può non aver contato, come è evidente che sia sua la scelta di definire le gerarchie difensive che favoriscono Bonucci e Chiellini (71 anni in due) a discapito di De Ligt. “Ha solo 22 anni, crescerà”, ha spiegato Allegri. Ma l’olandese è un investimento di oltre 80 milioni di euro, con uno stipendio annuale di 8 milioni circa. Può essere trattato come un Dragusin qualsiasi? No. Come stupiscono anche le critiche a Federico Chiesa:anche lui deve crescere, e deve giocare più per la squadra. Ma siamo certi che sia questo il problema, e non – forse – il modo con cui Allegri utilizza l’esterno offensivo che ha stupito il mondo nel corso degli Europei di questa estate? Il sospetto è che ad Allegri non ispirino fiducia i giocatori che sono arrivati alla Juve “dopo” di lui, o che – come Ronaldo – abbiano caratteristiche di ingestibilità. E così si comprende anche meglio la voglia di mettere Paulo Dybala al centro del progetto, nonostante non abbia praticamente giocato l’ultimo anno e mezzo. Un atteggiamento anche comprensibile, ma che rischia di essere dannoso per la Juve: ostracizzare due potenziali top player come De Ligt e Chiesa non pare esattamente una scelta sensata.

Alessio Ramaccioni

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Alessio Ramaccioni

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