Dario Dainelli, 10 maglie in carriera e più di 400 partite in Serie A, protagonista nel massimo campionato soprattutto con Brescia, Fiorentina, Genoa e Chievo, ci ha aperto le porte della sua cantina per raccontarci il suo attuale impegno professionale e i progetti calcistici per il futuro. Nella lunga intervista l’ex difensore ha commentato in ESCLUSIVA a CalcioToday.it i principali temi del nostro calcio e svelato il suo amore per il vino: una passione che ha trasformato in un lavoro grazie alla sua Cantina Dainelli.
Dario Dainelli, dopo il ritiro dall’attività agonistica, ha dato forma ai suoi desideri in una splendida vallata a pochi chilometri da Empoli e da Firenze. L’ex difensore, reduce da una breve esperienza dirigenziale nel club di Rocco Commisso, si è infatti lanciato nel mondo della produzione di vino esattamente come molti altri calciatori e allenatori del nostro calcio.
“La passione per il vino è nata più di quindici anni fa – ha spiegato Dainelli – Avevo una ‘buca’ nel paese dove sono nato, uno di quei classici ristoranti al di sotto del livello stradale, e insieme ad un amico che ha un’azienda di prodotti tartufati abbiamo deciso di rimetterlo in sesto per creare un’attività di ristorazione. Il vino è come il calcio. Una cosa che li accomuna è la passione che percepisci nelle persone che ci lavorano“.
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L’incontro con Dario Dainelli è servito anche per fare il punto sul nostro campionato e soprattutto sulla nuova Fiorentina di Vincenzo Italiano. “Sono d’accordo con chi dice che questo sarà un campionato equilibrato. Almeno al momento non si vede una squadra nettamente superiore alle altre. Il progetto di Italiano alla Fiorentina mi piace. È un tecnico che ha qualità e che propone un calcio moderno e intenso. Firenze è una piazza dove si vive una passione esasperata. Si passa dall’entusiasmo alla depressione in un attimo, però questo è quello che ti rende vivo. Vlahovic? È fortissimo, può arrivare ad essere uno dei migliori perché ha bene in mente dove vuol arrivare e si allena quotidianamente per migliorarsi“.
“Ciò che è successo al Chievo mi dispiace davvero molto – ha aggiunto – A Verona c’era un’organizzazione e una struttura giusta. Sono stato bene. Sono arrivato a 33 anni pensando di farne solo un paio, invece mi sono fermato fino a 40“. Al di là della produzione del suo vino, il futuro di Dainelli sarà ancora nel mondo del calcio: “Mi vedo su una panchina, non dietro ad una scrivania. In questo periodo ho capito che quello che più mi interessa è proprio l’aspetto tecnico, e questo mi fa pensare che la mia strada possa essere quella. Il profumo dell’erba mi manca troppo“.
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