Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus (Getty Images)
Il “vizio” di Allegri si ripete. Allenatore toscano che parte a fari spenti nel suo ritorno a Torino: Juve che spera nelle statistiche.
La Juventus si lecca le ferite dopo un inizio a fari spenti: tutto sembra remare contro i bianconeri. A partire dai numeri: 1 punto in tre partite, troppo poco persino nelle aspettative peggiori. Non tutto è perduto, tranne i punti di distanza con le altre. Roma, Milan e Napoli vanno a un’altra velocità, un filino dietro l’Inter, ma ugualmente non abbastanza da poter favorire la Vecchia Signora che arranca e riflette dopo la sconfitta che Spalletti e Andreazzoli gli hanno inferto.
I senatori dicono che la Juve non è quella vista nelle ultime uscite. Forse è quella con Ronaldo, ma anche in tal caso ormai si parla di passato. Non serve piangere sul latte versato, o sul bottino lasciato per strada. Tanto vale, allora, aggrapparsi a una certezza: Allegri parte a diesel. Non è una macchina da guerra, specialmente dopo un anno sabbatico. Può diventarlo, lo ha dimostrato, ma serve tempo. Quello che i bianconeri non possono concedergli più dopo l’annata a tinte fosche con Pirlo.
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Il tecnico toscano, tuttavia, ha bisogno di ambientarsi: trovare il contesto che gli permetta di prendere le misure in modo adeguato. L’allenatore è già stato alla Continassa, ma la situazione che trova oggi è completamente diversa: la storia – sua e del club – insegna che le partenze a fari spenti sono servite da stimolo nel corso della stagione. Le soddisfazioni non sono mancate.
Quasi fosse una sorta di teatralità: l’effetto scenico in grado di far credere agli altri che sia tutto finito per poi rinascere, come l’Araba Fenice. Solo che gli spettacoli, alla Continassa, non piacciono più: serve concretezza. Quindi le scene hanno bisogno di applausi, che possono arrivare solo di pari passo con i punti. Ecco perché la Champions assume il compito di “replica illustre” per evitare gli errori fatti sinora e ripartire da un inchino che non sappia già troppo di rassegnazione.
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