Ibrahimovic castiga-Lazio: perché è importante il gol contro i biancocelesti

Ibrahimovic torna a San Siro e trova subito il gol contro la Lazio. La rete realizzata contro i biancocelesti ha un valore importante.

Ibrahimovic ancora in gol contro la Lazio (Getty Images)
Ibrahimovic ancora in gol contro la Lazio (Getty Images)

Ibra cadabra. Lo svedese torna e segna. Ad attenderlo c’è ancora la Lazio, fra le sue vittime preferite, e il gol non si fa attendere: dentro al 60′, Leao gli lascia il posto, neanche il tempo di entrare che subito capitalizza un assist di Rebic. Rete che vale il 2-0 rossonero. Un gol dal valore importante, tributato anche con il giusto cambio look: Ibra cambia i capelli, ma non la sostanza.

Lo svedese marca segno a modo suo, timbro apposto e il campione si fa sentire nel momento del bisogno. Adesso che Giroud non c’è, la scena se la riprende lui fra gli applausi della Scala del Calcio. Gol pesantissimo contro la squadra dell’ex Juve, Sarri, che sta tenendo botta come può. Ibrahimovic, tuttavia, resta sempre quello difficile da fermare.

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Ibrahimovic talismano anti-Lazio: ancora in gol contro i biancocelesti

Lo svedese subito in gol al rientro a San Siro (Getty Images)
Lo svedese subito in gol al rientro a San Siro (Getty Images)

Non ce l’ha fatta l’anagrafe – che gli direbbe di appendere gli scarpini al chiodo – figuriamoci se si fa spaventare da un rientro atteso e ora unico perché sancito nell’unico modo possibile: con il gol. Aspettando, s’intende, la Champions.

Quella competizione che il Milan ha ritrovato grazie a lui. Un ritorno nell’Europa che conta in grado, volendo, di sancire un altro record. Quello dei bomber più anziani del torneo, superando – qualora segnasse – personalità del calibro di Totti e Filippo Inzaghi. Uno che di Champions con il Milan se ne intende per deformazione professionale.

Intanto lo svedese si è ripreso – si fa per dire – San Siro. Il resto arriverà perché, come ha detto, non è il campo che manca a lui ma lui che manca al campo. Stesso discorso fatto per il Pallone d’Oro. Ancora non c’è, ma potrebbe arrivare in futuro. Nel frattempo la differenza la fa quel vizio di segnare, quasi patologico e dipendente, che dimostra quanto – nonostante età ed infortuni – per i suoi avversari sia ancora un problema.

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