Juventus, l’addio di Ronaldo non basta. Il CIES mette in allarme il club bianconero: le spese del club, sul piano degli ingaggi, non mentono.
Juventus, i conti non tornano. Il ritorno di Allegri doveva servire da garanzia dopo l’annata targata Pirlo – che ha regalato una stagione al di sotto delle aspettative – e invece gli interrogativi alla Continassa sono ancora tanti. La Vecchia Signora non decolla, questo perché il tecnico toscano pensava di trovare un ambiente familiare, invece si è ritrovato in un cantiere aperto. Con il mercato ridimensionato e gli obiettivi sfumati, la Juventus deve fare di necessità virtù e Allegri non può far altro che cercare di riadattare le risorse che ha. Inoltre, pesa come un macigno la situazione da “The Day After” dopo l’addio di Cristiano Ronaldo.
Il portoghese è tornato a Manchester, alleggerendo non poco le casse dei bianconeri, ma la sua uscita di scena implica anche un attacco diverso, che ci sarebbe comunque stato – visto che CR7 nella prima con l’Allegri bis è figurato in panchina, almeno inizialmente – ma non è detto che basti e i pochi punti raccolti a inizio stagione lo dimostrano.
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Juventus club più costoso della Serie A: i dati del CIES
Il passo falso contro l’Empoli e la frenata contro l’Udinese non hanno fatto altro che alimentare scetticismi non solo a livello di tifoseria, perché la verità è che forse i saluti di Ronaldo non hanno risolto tanto quanto avrebbero dovuto. Non soltanto sul piano del gioco.
A confermarlo è il CIES che compie una stima sui costi delle squadre italiane dopo le finestre di mercato: la Juventus, stavolta, sì che è prima. Il primato, però, costa caro: ben 657 milioni. Cifra che conferma quanto il club sia il più costoso della Serie A: questo spiega la trattativa sui tempi lunghi per Locatelli e una serie di cessioni annunciate. Ma soprattutto alcuni mancati ritorni che hanno fatto molto rumore (si veda l’affare Pjanic, ma anche la pista Pogba).
La Juventus deve reinventarsi, per tornare a vincere, ma soprattutto per offrire quella sicurezza – anche sul piano economico – che ne ha fatto un riferimento in Italia e in Europa per anni. Le cifre non mentono. C’è bisogno di tornare ai livelli di un tempo, non solo per una questione di blasone. Cristiano Ronaldo non c’è più, con lui se n’è andato anche il capro espiatorio principale, ma è evidente che a Torino la “mole” di lavoro da fare – sul piano economico prima e tecnico poi – è tanta.
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— JuventusFC (@juventusfcen) September 7, 2021