Attimi di terrore per Fabrizio Nonis, conduttore tv italiano, e suo figlio al termine di Verona-Inter: il drammatico racconto del massacro ultras
Il ritorno del pubblico agli stadi ha rappresentato uno dei momenti di gioia massima di questo avvio di Serie A 2021/2022. Gli stadi, seppur riempiti a metà, sono stati nuovamente colorati da cori, sciarpe e bandiere.
Il silenzio assordante degli scorsi mesi ha lasciato spazio alle voci, agli applausi e ai fischi. Sfortunatamente, però, il ritorno dei sostenitori negli stadi ha coinciso anche con quello di personaggi che con il calcio non hanno niente a che fare. In un solo aggettivo: delinquenti.
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Gli sfortunati protagonisti della vicenda sono stati Fabrizio Nonis, giornalista e conduttore televisivo, e suo figlio di 22 anni. I due si erano recati al Bentegodi per assistere a Verona-Inter da tifosi imparziali, ma al termine del match più di qualcosa è andato storto.
Il racconto dettagliato della vicenda è stato condiviso con i colleghi del “Corriere del Veneto”, in un’intervista che ha fatto venire i brividi ai lettori. Nonis non si recava allo stadio da 2 anni ed era riuscito ad avere dei biglietti grazie alle sue conoscenze con Kevin Lasagna e Andrea Ranocchia.
Dopo il match, il conduttore e suo figlio si sono recati verso l’auto e alla mente sono riaffiorati i ricordi di un’ultima trasferta fatta al Bentegodi, 11 anni fa, dove non erano rimaste belle impressioni della tifoseria giallo-blu.
Quasi come un segno del destino, quel brutto pensiero si è trasformato in un quarto d’ora d’incubo. “Abbiamo girato l’angolo e seduti ad un bar c’erano centinaia di persone ammassate che parlavano della partita. Erano tifosi del Verona“, ha dichiarato Nonis.
Il presentatore ha consigliato al figlio di fare un giro largo, per evitare problemi, nonostante i due non avessero al collo alcun tipo di sciarpa, ne addosso una maglia di un’altra squadra. “A 300 metri dalla macchina un gruppo di 6-7 persone si è staccato dalla massa e ci ha seguiti“, ha quindi spiegato Nonis.
Da quel momento è iniziato l’incubo. Si è rapidamente passati dal “Ehi voi, che ore sono?”, al “Che ca..o ci fate qua?”. A quel punto Nonis ha iniziato a parlare in dialetto, così da far comprendere di non essere un tifoso interista o di qualsiasi altra squadra. “Che squadra tifate?” avrebbe chiesto uno degli ultras, indicato come un 45enne robusto.
Neanche il tempo di dare la risposta ed è iniziato il massacro. Prima un pugno, poi uno schiaffo al figlio. Da quel momento una serie di calci alle gambe, alla testa, ai fianchi. Una mattanza. Un primo tentativo di fuga è fallito, ed è ricominciata la scarica di colpi, con il figlio di Nonis schiacciato contro il cofano.
L’intervento di un anziano ha fermato per pochi istanti i delinquenti, permettendo a Nonis a suo figlio di salire in macchina e fuggire. Una volta al pronto soccorso è stata eseguita una tac ed è stata riscontrata la perforazione del timpano per il conduttore televisivo.
“Volevano picchiare per fare male e mi dispiace ma non verrò mai più al Bentegodi”. Tanta solidarietà sui social anche da parte del sindaco di Verona, Federico Sboarina, e dello stesso club di Serie A che si è discostato da tali vili comportamenti.
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