Premier League, niente nazionale per 60 calciatori: il motivo della decisione

La Premier League ha deciso di impedire a sessanta calciatori di unirsi alle rispettive nazionali durante la sosta. Il particolare motivo della decisione

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La Premier League ha annunciato una dura presa di posizione. La lega inglese non concederà a sessanta calciatori, di 19 delle 20 squadre iscritte al campionato, di prendere parte agli incontri previsti con le rispettive nazionali durante la sosta di inizio settembre.

La decisione è stata presa all’unanimità da parte di tutti i club che partecipano alla prima divisione inglese. Ma definita inevitabile dai rappresentanti delle società e della Premier League, che ha tentato in tutti i modi di evitare di arrivare a questa misura estrema.

La preoccupazione dei club e della lega inglese riguarda quei calciatori chiamati a viaggiare in 26 Paesi della lista rossa nella finestra internazionale di settembre. Nazioni, dunque, a più alto rischio di contagio di Covid-19.

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La decisione della Premier League

Premier League Covid
Nuove regole anti Covid in Premier League (Getty)

Nel comunicato si legge di lunghe trattative con la FA, la federcalcio inglese, e con il Governo per trovare una soluzione diversa. Ma la FIFA non ha previsto alcun tipo di deroga o di esenzione per gli atleti. Dunque, se fossero partiti per giocare con le nazionali, questi sessanta giocatori avrebbero dovuto mettersi in regime di quarantena per dieci giorni al rientro in Inghilterra. Anche in assenza di tamponi positivi.

E questo, ha commentato il CEO della Premier, Richard Matters, avrebbe influenzato significativamente il benessere e la condizione atletica dei giocatori che avrebbero avuto bisogno di ulteriore tempo dopo la quarantena per ritrovare la piena efficienza fisica.

 

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