Real Madrid, a distanza di anni il centrocampista brasiliano ex Roma racconta alcune particolarità su quella stagione con capello in panchina.
Vincere la Liga spagnola non è semplice per nessun club. Si possono fare campagne acquisti faraoniche ma raggiungere l’obiettivo non è una cosa semplice. Non lo era soprattutto per i Blancos all’inizio dell’anni 2000. Il Barcellona aveva scoperto da poco Messi, conquistava Spagna ed Europa ed il club madrileno non riusciva a trovare la quadra.
Serviva un progetto vincente ma soprattutto, serviva un tecnico capace di gestire spogliatoio, tifosi e stampa. Fu proprio per questo motivo che Calderon, presidente di quel Real Madrid, chiamò in panchina Fabio Capello. Per il tecnico italiano era un ritorno e aveva l’obbligo di vincere proprio come aveva già fatto su quella panchina. Serviva rigore, un’idea di gioco seria e la volontà di superare qualsiasi ostacolo.
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Real Madrid e l’aneddoto di Emerson
In effetti, solo all’ultima giornata di campionato il Real Madrid riuscì ad aggiudicarsi il titolo. Una vittoria sofferta, simbolo di quella tempra d’acciaio che solo il tecnico friulano poteva dare alla sua squadra. Nella sessione estiva di calciomercato, Calderon acquistò: Fabio Cannavaro, Ruud van Nistelrooy, Mahamadou Diarra, Emerson Rosa e Jose Antonio Reyes.
Cinque giocatori che l’ex brasiliano di Roma e Juventus ricorda bene e stesso dal suo profilo Instagram li prova a ricordare asserendo, con tono alquanto divertente, come quella campagna acquisti fu alquanto scarsa. Una battuta che, in effetti, va in contrasto con quanto fatto in realtà da quel gruppo, capace di strappare al Barcellona la Liga. Insomma, un risultato che fa pensare quanto quei giocatori non fossero realmente così inutili alla causa del Real Madrid.
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