Baresi, ex difensore e capitano del Milan, è rimasto nel cuore dei rossoneri. Fama alimentata anche da una leggenda metropolitana.
Franco Baresi, una bandiera per i tifosi del Milan: vessillo che sventola alto ancora oggi. 531 presenze in rossonero, testimone di anni d’oro e momenti bui. Idolatrato e portato ad esempio. Quando si è così popolari, tuttavia, si è anche oggetto di leggende metropolitane: è il prezzo della fama e anche del carisma che all’ex difensore non è mai mancato, sia dentro che fuori dal campo.
Spregiudicato nelle marcature, riservato nella vita: la storia d’amore con Maura Lari è una testimonianza di come pallone e cuore vadano quasi sempre a braccetto. Campione, capitano e latin lover. Tris che ancora oggi farebbe vacillare chiunque. All’epoca, primi anni Novanta, era materiale da copertina.
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Baresi, il coro che cambiò tutto: l’ex difensore del Milan e le presunte infedeltà
I rumors, nonostante la serenità e la stoffa da campione di Baresi, parlavano di un amore travagliato: alti e bassi, con qualche presunto tradimento. Niente di confermato, s’intende, ma spesso basta una voce per alimentare il pettegolezzo. La diceria si trasforma in folklore e il non detto diventa palese. Nello specifico si è parlato – il più delle volte senza cognizione di causa – di ripetuti flirt extraconiugali da parte della Lari. I nomi fatti sono quelli di Rijkard e Gullit. “Che ne sanno i Duemila degli olandesi del Milan”, si domanda una famosa canzone.
Intanto gli Orange hanno fatto vedere i sorci verdi a Baresi perché – mediaticamente – a causa di voci di corridoio tutt’altro che attendibili si era sparsa la voce che il figlio del difensore fosse frutto di relazioni extraconiugali con i colleghi. Il culmine fu quando i rossoneri comprano Weah, il bomber della Liberia, e il tifo coniò il coro: “È arrivato Weah, è arrivato Weah, e Baresi è di nuovo papà”. Situazione ripresa anche dalla Gialappa’s Band con le loro consuete rubriche satiriche. Insomma, Baresi ne ha viste – e sentite – di tutti i colori restando fedele al rossonero. Nonostante tutto. Perché al cuore non si comanda e, purtroppo, neppure ai pettegolezzi.