Roma costretta a tifare Inzaghi, il mercato ha spinto Dzeko fra le braccia dell’ex Lazio, ma se farà bene sorrideranno anche i giallorossi.
Roma-Milano solo andata: sembra l’introduzione di un poliziottesco degli anni ’70, ma in realtà è il destino di Edin Dzeko. Il bosniaco saluta i giallorossi dopo 6 stagioni di gol e partite importanti – terzo marcatore nella storia della Roma – per accasarsi all’Inter. L’offerta non si poteva rifiutare: il club di Friedkin aveva e ha i suoi motivi per lasciar andare il Cigno di Sarajevo.
Le ragioni, come è normale che sia, sono di natura economica. La Roma sta cercando di abbassare il monte ingaggi: l’addio di Dzeko significa un risparmio netto di circa 15 milioni di euro lordi a stagione. Senza contare che l’offerta nerazzurra – 6 milioni fino al 2023 – ha ingolosito il centravanti che già in passato era vicino alla squadra di Simone Inzaghi.
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Club per cui la Roma – a modo proprio – sarà “costretta” a fare il tifo: i giallorossi devono sperare che Simone Inzaghi traghetti i nerazzurri in Champions League. Un pass per la Coppa dei Campioni nella prossima stagione significherebbe anche un indennizzo ai giallorossi di circa un milione e mezzo di euro. Particolare non da poco che va ad aggiungersi alle ragioni di un divorzio annunciato: Dzeko aveva detto di volere la Roma, ma spesso tra il dire e il fare c’è di mezzo il mercato.
Il bosniaco ha fatto le valigie dopo l’ok perentorio di Tiago Pinto e Mourinho: la società viaggia sulla stessa lunghezza d’onda del tecnico. Questo si era capito sin dal suo arrivo e adesso anche il mercato è a immagine e somiglianza dello Special One. Non è un Dzeko, quindi, ma sarà serio e opportuno capire chi arriverà al posto dell’attaccante. Abraham potrebbe rimettere le cose a posto, ma non è l’unico nome sul taccuino dei giallorossi che, per il momento, hanno dato una bella sfoltita agli stipendi. Con tanti saluti ad Edin, chiamato a non far rimpiangere Lukaku finito a fare un tuffo dove l’acqua è più Blues.
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