Seconda vittoria consecutiva ai supplementari per il Brasile che grazie a un gol nel secondo tempo supplementare di Malcom ribadisce l’oro conquistato a Rio
Una vittoria sofferta al termine di una partita non particolarmente spettacolare dove le occasioni fallite fanno più notizia di quelle colte. Vittoria 2-1 per il Brasile del quasi 40enne Dani Alves, che conquista il secondo oro di fila dopo quello di Rio de Janeiro. Spagna beffata, ma protagonista anche di troppi errori decisivi
Olimpiadi, Spagna-Brasile
Sulla carta le due squadre più forti, sicuramente quelle che sono arrivati alla finale esprimendo il gioco migliore, pur con qualche pausa. Meglio la Spagna che il Brasile fino ad oggi: ma la finale, come al solito, è qualcosa di assolutamente atipico, che sfugge a qualsiasi pronostico.
Primo tempo non particolarmente spettacolare e piuttosto nervoso, con molti falli, anche inutili, da una parte e dall’altra.
Clamorosa occasione fallita da Brasile al 38’. Simon stende Cunha in piena area e ci vogliono almeno due minuti di consultazione della VAR per sancire un rigore che incredibilmente Richarlison spedisce alle stelle. La Seleçao si rifà a primo tempo ormai scaduto splendida azione personale di Alves che appoggia il pallone a Cunha che dall’altezza del dischetto del rigore non sbaglia.
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Secondo tempo e supplementari
Il Brasile spreca un’altra clamorosa opportunità che poteva chiudere la partita in avvio di ripresa: gran conclusione di Richarlison, apparentemente a colpo sicuro. Ma una provvidenziale deviazione di Simon manda la palla a stamparsi sul montante. La fortuna della Spagna si concretizza dopo un’ora di gioco con un altro rigore: splendido gol di Oyarzabal che con una gran conclusione al volo sorprende Santos.
In una partita con poche occasioni e condizionata dalla tattica e dal possesso palla della Spagna, le Furie Rosse pareggiano il conto dei legni a cinque minuti dal termine: l’intenzione di Gil di mettere al centro un pallone con il cross neppure troppo insidioso, si trasforma in una clamorosa traversa che sorprende completamente la difesa brasiliana. Si va ai supplementari, non una novità per entrambe le squadre. Brasile che aveva battuto il Messico solo ai calci di rigore Spagna che per due volte era stata giocare oltre il 90’ evitando tuttavia lo spareggio dal dischetto sia con la Costa d’Avorio che con il Giappone.
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Il gol decisivo
In una fase di equilibrio assoluto che faceva pensare a un naturale epilogo ai calci di rigore, quando nessuna delle sue squadre sembrava volere affondare i colpi, Malcom trova un angolo scoperto nella difesa avversaria. Impressionante l’accelerazione del giocatore dello Zenit. Illuminante il lancio di Anthony per l’esterno che coglie completamente impreparato Vallejo, lo brucia sullo spunto e va ad insaccare di sinistro con Unai Simon che intercetta ma non riesce a deviare. Clamorosa svista per il capitano della Spagna.
É il gol decisivo: la Spagna attacca con la forza della disperazione ma non riesce a trovare il pareggio rischiando anche qualcosa sulle velocissime ripartenze del Brasile in un campo ormai aperto e senza più tattiche.
Per il Brasile l’oro stregato, l’unico trofeo calcistico che la Seleçao ha inseguito inutilmente per anni fino alle Olimpiadi di Rio, diventa una riconferma. Il Brasile è la quinta squadra dopo Gran Bretagna (1908-1912), Uruguay (1924-1928), Ungheria (1964-1968) e Argentina (2004-2008) a conquistare per due edizioni consecutive la medaglia d’oro delle Olimpiadi.