Gigi Buffon ha ancora tanta voglia di stupire tra i pali. Dopo l’esperienza con la maglia della Juventus c’è il ritorno a Parma, lì dove tutto è iniziato.
L’inesauribile Buffon ha rilasciato un’intervista a la Repubblica, parlando degli aspetti intimi della propria vita fuori dal rettangolo di gioco. Il portiere adesso è tornato a Parma dopo una lunga parentesi con la Juventus. Durante le ultime due stagioni, dopo il rientro dal PSG, ha giocato come secondo di Szczesny.
La decisione di scendere di categoria e di giocare con il Parma è stato quasi come voler tornare giovane: l’obiettivo è quello di portare i Ducali subito in Serie A.“Prima di decidere ho ascoltato la mente per capire se avevo ancora le energie necessarie alla sfida, poi il cuore, perché senza cuore non puoi vincere neppure a briscola” ha dichiarato il portiere.
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Buffon a cuore aperto, dal calcio alla depressione
Un futuro roseo è l’idea principale di Buffon che non vuole smettere proprio con il calcio giocato. Nonostante gli altri interessi in ballo, il portiere vuole ancora essere protagonista in campo. Per farlo ha scelto Parma e la Serie B che ha già avuto modo di conoscere nel 2006 con i bianconeri.
Per l’estremo difensore c’è stato un periodo molto difficile che lo ha condizionato e non poco. Una forte depressione lo ha messo infatti a dura prova, ma Gigi ce l’ha fatta e ha superato tutto in maniera brillante. “La depressione è un lontano ricordo divenuto persino abbastanza caro. Il tormento mi ha fatto apprezzare quanto può essere intenso ogni singolo attimo di una giornata” ha commentato Buffon a la Repubblica.
Buffon e l’accusa di fascismo: tutta la verità
Il portiere di 43 anni è stato anche accusato di essere un fascista per alcuni comportamenti avuti quando era ancora giovane. “Ho ricevuto tante accuse veramente assurde, ma io resto orgoglioso di rappresentare il mio Paese. Se mi dovessi definire sul piano politico, direi che sono un anarchico-conservatore” ha dichiarato l’attuale estremo difensore del Parma.