Barcellona e la malattia di Messi: il grazie silenzioso. La battaglia della Pulce

Messi e il Barcellona sono legati a doppio filo anche per un aneddoto che riguarda la vita privata dell’argentino: il club l’ha cambiato.

Barcellona Messi la battaglia all'Ipopitutarismo (Getty Images)
Barcellona Messi la battaglia all’Ipopitutarismo (Getty Images)

Messi pronto ad andare via dal Barcellona. Certi addii fanno più male di altri e stavolta non si tratta solo della giusta commozione dei fan: qualche lacrima la verserà anche l’argentino, perché c’è una ragione se il talento della Seleccion ha la Sagrada Familia tatuata sul braccio. Per lui Barcellona, ma soprattutto il Barcellona, è una seconda pelle: non c’entra il successo, la credibilità e i traguardi che gli ha regalato.

Un tempo Messi combatteva contro sé stesso, affrontando un ostacolo a tratti più grande di lui: nei primi anni 2000 l’argentino era un “comune mortale”, lontano dal fenomeno che conosciamo oggi, e soffriva di Ipopitutarismo. Altrimenti noto come disturbo della crescita: non era all’altezza, Leo, questione di centimetri. Gli stessi che lo separavano dal salto di qualità che sarebbe potuto anche non arrivare.

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L'argentino aiutato dal Barcellona (Getty Images)
L’argentino aiutato dal Barcellona (Getty Images)

Celebre è il provino con il Como, da cui l’argentino venne scartato: “Troppo basso, avanti un altro”. L’ironia della sorte, spesso, esagera e allora per scrollare di dosso i pregiudizi dalla Pulce c’è voluto il Barcellona che lo prese per mano agli inizi del Millennio, gli fece fare tutte le cure necessarie, l’argentino cresceva e maturava insieme agli spagnoli. E quando giocava metteva in campo il 110%.

Extra ripagato, nel tempo, con gli interessi. Anche da parte di chi l’aveva giudicato troppo in fretta: sono arrivate le scuse, postume, ma ormai era troppo tardi. Messi incantava in Spagna, non lasciandosi dietro nessuno. Sconfitto l’Ipopitutarismo nessuna paura lo bloccava: è sbocciato un fiore al Camp Nou.

Una rosa Blaugrana coltivata lontano dai luoghi comuni. Questo è, forse, il più grande “grazie” taciuto di Leo Messi. Ma chi deve sapere sa e Lionel quel grazie lo dice, magari a mezza bocca, lontano dai riflettori, ma lo dice: perché, nonostante tutto, è impensabile andare via senza salutare.

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