Cosa disse Christian Eriksen ai suoi compagni dopo il malore in Danimarca-Finlandia: le parole dell’arbitro presente in campo lasciano di stucco.
C’è stato un istante del 12 giugno che ha scosso tutto il mondo. Per alcuni minuti, interminabili minuti, il tempo si è fermato per milioni di persone, specialmente una. Christian Eriksen ebbe un malore durante Danimarca-Finlandia, valida per la prima giornata degli Europei. Il centrocampista è andato in arresto cardiaco, ma grazie all’aiuto dei sanitari ed il pronto intervento dei suoi compagni di squadra, il suo cuore ha ricominciato a battere.
Al momento, il giocatore dell’Inter sta bene e dovrà fare ulteriori esami per scoprire se potrà tornare in campo o dovrà attendere ancora qualche mese. Nel frattempo, l’arbitro di Danimarca-Finlandia che ha prontamente fermato il gioco a causa del malore di Eriksen ha lasciato una sua testimonianza di quella giornata. Inoltre, il direttore di gara ha dichiarato che la decisione di riprendere il gioco non è stata sua o dell’UEFA.
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Per giorni si è parlato delle responsabilità sul riprendere la gara dopo diversi lunghissimi minuti di stop. La partita fu interrotta per oltre un’ora di gioco, con il pubblico sugli spalti in attesa di capire come stesse Christian, accasciatosi a peso morto in campo e portato urgentemente in ospedale in barella.
L’arbitro di Danimarca-Finlandia ha svelato: “La decisione di riprendere la partita dopo il malore di Eriksen è stata presa in accordo con le federazioni ed entrambi i gruppi di calciatori – afferma Anthony Taylor – E’ stato Christian a dire ai suoi compagni tramite una videochiamata di continuare a giocare“. Dunque, svelato il mistero. Secondo il direttore di gara inglese non ci sarebbe stata nessuna forzatura dall’UEFA, ma un accordo tra le due squadre e le federazioni danese e finlandese.
Inoltre, Taylor ha dichiarato: “E’ stata sicuramente la situazione più impegnativa da gestire della mia carriera – poi ha aggiunto – Ho visto chiaramente quando Eriksen è caduto. Ho capito subito che fosse grave. Mi successe già di vedere un collega nello spogliatoio che soffrì di un arresto cardiaco“. Dunque, il fischietto britannico ha vissuto attimi di panico, ma è stato bravo a gestire un’assurda situazione.
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