Dramma Torreira, l’ex centrocampista della Sampdoria racconta alcuni momenti bui della sua carriera da calciatore.
Giocare in Serie A per la Sampdoria, fare ottime stagioni al punto tale dall’esser poi ingaggiato dall’Arsenal è un sogno che vorrebbe realizzare qualsiasi ragazzino amante del calcio. La Premier League, il fasciano del calcio inglese e di un club storico come quello londinese. Tutte componenti che in orgoglierebbero qualsiasi professionista.
Tutto questo fascino e questa storia però, a volte generano una pressione immensa che non tutti riescono a sopportare. Se poi tutto ciò, porta a giocare poco e ad ottenere solo il ruolo di riserva, il morale deve essere per forza negativo. E’ il caso di Lucas Torreira, centrocampista dell’Arsenal che nella passata stagione ha giocato con l’Atletico Madrid.
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Dramma Torreira all’Arsenal
Passare dalla Sampdoria all’Arsenal e quindi passare, da essere una stella ad uno dei tanti, non è un qualcosa di semplice da accettare. Il livello tecnico si alza, le pressioni sono maggiori e se non le reggi, vieni relegato in panchina. Un po’ come è successo a Torreira: “Un anno fa lavoravo con uno psicologo in Spagna perché, nel secondo anno all’Arsenal, giocavo pochissimo. È stato difficile per me accettarlo davvero perché la mia vita dipende dal calcio e quando non gioco non mi diverto. Sono di pessimo umore e succedono molte cose. Ecco perché ho iniziato con lui e mi ha aiutato parecchio“.
L’aiuto dello psicologo è stato alquanto utile per Torreira per affrontare al meglio le proprie sfide calcistiche. Un supporto, utile a fare bene con l’Atletico Madrid e a preparare al meglio le prossime sfide con l’Arsenal: “Molti anni fa ti dicevano ‘ma come vai da uno psicologo, sei matto?’ E oggi è molto importante, soprattutto per quelli di noi che vivono molte situazioni in termini di lontananza dalla propria famiglia“.