Massimo Taibi ricorda i momenti bui della carriera: la verità sul Manchester United

Massimo Taibi ha raccontato la sua sfortunata esperienza al Manchester United: i nuovi e curiosi retroscena dell’avventura in Inghilterra. 

Massimo Taibi Manchester United
Massimo Taibi (Getty Images)

Un altro portiere italiano ha decido di tentare la fortuna in Inghilterra. E’ di questi giorni la notizia del passaggio di Pierluigi Gollini dall’Atalanta al Tottenham. Una scelta a sorpresa che ha spiazzato la maggior parte dei tifosi, rimasti un po’ delusi da questa cessione. Come probabilmente lo erano stati quelli del Venezia quando nell’estate 1999 persero il numero numero uno, Massimo Taibi.

Il suo trasferimento fece ancora più rumore per l’epoca e per la destinazione. Il portiere siciliano infatti passò dalla lotta salvezza in Serie A alla lotta al titolo in Premier League col Manchester United. Un’incredibile operazione di mercato che i Red Devils pagarono circa 4,5 milioni di sterline. Purtroppo, dopo un incoraggiante debutto, il suo arrivo in Inghilterra si rivelò un mezzo fallimento e si concluse dopo appena sei mesi.

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Massimo Taibi, il motivo dell’addio al Manchester United

Massimo Taibi Manchester United Ferguson
Massimo Taibi, ex portiere del Manchester United (Getty Images)

A distanza di oltre 20 anni però Massimo Taibi ha spiegato i reali motivi della sua breve e negativa esperienza inglese. Un racconto inedito con episodi e curiosità mai rivelate prima d’ora che cambiano un po’ la prospettiva di questa vicenda. Una nuova versione dei fatti rilasciata durante un’intervista concessa ai microfoni di AmericanGambler.

Il principale ostacolo che ha contribuito a mettere fine è stato un grave problema famigliare: “Sono io che ho deciso di lasciare il Manchester United. Avevo firmato un contratto di quattro anni e la società non voleva perdermi. Lo stesso Sir Alex Ferguson mi mi ha chiesto di aspettare e cercare una soluzione”.

Alla fine però, nonostante le suppliche dei Red Devils, fece ritorno in Italia: “I miei problemi erano troppo grandi e ho preferito andarmene. A posteriori si è rivelato un grande errore perché avevo la vicinanza della squadra e di Ferguson che erano disposti ad aiutarmi. Un lato umano che non ho mai visto in Italia, ma sono stato troppo istintivo e mi porterò sempre dietro questo rimpianto”.

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