Sale la tensione in vista della partitissima di questa sera di Euro 2020 tra Italia e Inghilterra che rievoca episodi che vanno al di là della sfida calcistica
Italia Inghilterra rappresenta non solo la finalissima di Euro 2020 ma anche una partita atipica, per quanto tradizionale. In fondo le gare ufficiali tra Azzurri e Leoni sono sorprendentemente poche, solo 27, considerando la storia e il livello di queste due nazionali.
Non molti precedenti: ma va detto che i rapporti tra Italia e Inghilterra da un punto di vista calcistico sono sempre stati freddini. Quando l’Italia dominava con Vittorio Pozzo i Mondiali, la nazionale albionica snobbava qualsiasi competizione, sostenendo che il paese che aveva inventato il calcio non poteva prestarsi a competizioni di livello ‘minore’. E quando gli Azzurri degli anni ’30 vinsero il Mondiale, due volte, gli inglesi sostenevano che era solo una gentile concessione per la mancanza di un avversario autorevole.
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I rapporti tra i due paesi divennero tesi per ben altri motivi con la II Guerra Mondiale. Al punto da rimandare a citazioni calcistiche personaggi di livello assoluto come il primo ministro inglese Winston Churchill. Che disse… “italiani, l’unico popolo capace di andare in guerra come se si giocasse una partita di calcio, e di giocare una partita di calcio come se fosse una guerra”.
Nello splendido film “I due colonnelli” (1963) Totò sembra quasi tendere una mano al ‘nemico’ inglese quando nella trama del film rischia la fucilazione da un plotone tedesco – l’Italia era ancora alleata della Germania – e si rifiuta di bombardare a colpi di mortaio un paese affollato di vecchi, donne e bambini pur di stanare un plotone inglese. Gli inglesi prenderanno il sopravvento e libereranno gli italiani che nel frattempo romperanno con i nazisti. Il colonnello inglese cui Totò si consegna era il grande attore Walter Pidgeon. Era il film del leggendario dialogo tra il maggiore Kruger (“Badi colonnello, io ho carta bianca”) e il colonnello Di Maggio, Toto (“…e ci si pulisca il culo…!”)
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In Inghilterra vivono 400mila italiani, la metà dei quali solo tra Londra e sobborghi. Per la verità pochi di loro tornerebbero in Italia: hanno scelto una vita diversa, cosmopolita, ordinata. Sono non solo camerieri, chef, autisti, operai, muratori… ma anche stilisti, avvocati, manager, giornalisti. Un esercito di tifosi che da giorni sono in fibrillazione e che, in caso di vittoria, andranno in pellegrinaggio a Piccadilly Circus, sotto la statua della Vittoria Alata, il massimo dello sfregio per gli inglesi. Perché… come ha scritto qualcuno sui social, “vincere l’Europeo a Wembley proprio contro il nostro landlord (il padrone di casa) non ha prezzo…”.
I Meme “Football is coming Rome” si sprecano. E qualcuno utilizza un’altra citazione cinematografica indimenticabile.
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Italia-Inghilterra rappresenta un episodio storico che Paolo Villaggio scrisse personalmente per la sceneggiatura del suo “Secondo Tragico Fantozzi”.
Fantozzi – calze, mutande, vestagliona di flanella, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata e rutto libero – è pronto alla partita dell’anno, qualificazione al Mondiale dal vecchio Wembley. Ma all’improvviso viene convocato dal suo dirigente, il professor Guidobaldo Maria Riccardelli – cinefilo con gusti imbarazzanti – per la proiezione di un film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco.
Sulla strada verso la proiezione in sala mensa Fantozzi uscirà dalla sua giardinetta arrampicandosi su una finestra per chiedere “chi ha fatto palo”. Riceverà un pugno.
E mentre sarà costretto a seguire l’ennesima replica della Corazzata Kotiomkin con radio e tv sequestrati all’ingresso, sarà protagonista di un allucinato delirio collettivo che riporta di un’Italia vincente a Wembley 20-0, con gol di Zoff su calcio d’angolo.
Nando Martellini, non era un imitatore ma proprio lui, l’originale, si prestò volentieri alla satira in una radiocronaca di valore epocale: “Tunnel, altro tunnel, volata di Rocca, cannonata di Pulici, nuca, naso, tibia, nuca, tibia. Sono 170 anni che non vedevo una partenza così folgorante degli Azzurri…”
Sono passati 46 anni circa. Stasera a Wembley lo stopper inglese di quella sera, il famigerato McKinley, non ci sarà.
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