Rimasto nel cuore di ogni tifoso azzurro, insieme ai suoi compagni della Nazionale campione del mondo nel 1982, Fulvio Collovati parla in ESCLUSIVA a CalcioToday.it a poche ore dalla finale di Euro 2020 tra l’Italia di Roberto Mancini e l’Inghilterra di Gareth Southgate.
Ci sono partite e trionfi indimenticabili che rimangono nella testa di ogni tifoso. Fulvio Collovati lo sa bene, perché a distanza di molti anni tutti i tifosi gli ricordano ancora quel ‘Mundial’ vinto con l’Italia del compianto Enzo Bearzot nel 1982. In queste ore c’è però anche un’altra Nazionale che è molto vicina a centrare un obiettivo che rimarrebbe nella storia del nostro calcio: quella del commissario tecnico Roberto Mancini.
“L’Italia può battere l’Inghilterra perché ha il centrocampo e il portiere più forte e può contare anche sull’allenatore migliore – spiega l’ex difensore azzurro – È vero che loro hanno il centravanti migliore, ma abbiamo sempre Chiesa, Insigne, Berardi. Dal punto di vista della qualità non siamo inferiori. Penso che sarà una finale che si deciderà a centrocampo, soprattutto sulle fasce dove c’è molta qualità sia nell’Italia che nell’Inghilterra. Potrebbe anche essere la partita del riscatto di Immobile“.
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Mancini e quella somiglianza con Bearzot: l’analisi di Collovati
Tra i motivi di preoccupazione di ogni tifoso azzurro c’è anche la spinta che uno stadio come Wembley può dare alla nazionale dei ‘tre leoni’. “Avranno l’80% del pubblico dalla loro parte e sarà come una corrida. Però noi abbiamo esperienza e bravura. Dobbiamo giocare sulle nostre qualità e su ciò che abbiamo dimostrato fino ad adesso. Sicuramente i nostri giocatori non si emozioneranno. Sanno il fatto loro e lo hanno già dimostrato“.
Nei giorni scorsi Dino Zoff ha dichiarato che questa Italia gli ricorda quella mitica del 1982. “Nel percorso non la ricorda, perché noi nelle prime tre partite abbiamo avuto difficoltà, questa Italia ha sempre invece giocato bene – aggiunge Collovati – Però si somigliano nello spirito che hanno saputo inculcare Bearzot e Mancini. Sono due allenatori che parlano tanto con la squadra e in questo si somigliano molto”.
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