Il primo gol in trasferta che ha deciso la qualificazione in base alla regola oggi abolita dall’UEFA fu di Eusebio. In pochi anni, sono finiti spareggi e monetine
La UEFA ha deciso di abolire la regola per cui, in caso di parità nella differenza reti complessiva alla fine di una doppia sfida a eliminazione diretta, viene premiata la squadra che ha segnato di più in trasferta. La UEFA ha sperimentato la cosiddetta regola dei gol in trasferta, che non valgono doppio come si suol dire ma contano di più, a partire dalla Coppa delle Coppe 1965-66.
Si può ipotizzare che una delle partite chiave nel convincere l’organizzazione dell’opportunità di un’innovazione sia il quarto di finale di Coppa dei Campioni della stagione precedente fra Colonia e Liverpool. L’andata, in Germania, si chiude 0-0. La gara di ritorno ad Anfield è rinviata a causa di un’improvvisa tempesta di neve.
I Reds rimborsano ai tedeschi metà dei 20 mila franchi spesi per la trasferta, e 400 tifosi del Colonia tornano a casa senza aver visto un minuto di calcio. Finalmente la partita va in scena 35 giorni dopo la partita d’andata, con un solo grande protagonista: il portiere del Colonia Anton Schumacher. Racconta il sito del club tedesco che l’allora sindaco di Liverpool è sceso negli spogliatoi dopo la partita per fargli i complimenti.
Il doppio 0-0 comporta, in base alle regole di allora, la ripetizione della partita in campo neutro. La “bella” si gioca a Rotterdam, al de Kuip. Per il Colonia l’inizio è da incubo. Si fa male Wolfgang Weber al 22′, e non essendoci sostituzioni i tedeschi restano in dieci.
Dopo pochi minuti, il Liverpool è avanti 2-0. Incredibilmente Weber torna in campo nella ripresa, il Colonia pareggia e difende il 2-2 fino alla fine dei supplementari. Non sono bastati 300 minuti a determinare il vincitore, si tira la monetina. La prima volta si incastra nell’erba, serve un secondo lancio, che premia il Liverpool.
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Dall’anno successivo, la nuova regola si può considerare sperimentale. Gli ungheresi dell’Honved ne beneficiano in Coppa delle Coppe, negli ottavi di finale contro i cecoslovacchi del Dukla Praga. La doppia sfida procede con due vittorie esterne, 2-1 del Dukla e 3-2 dell’Honved che avanza grazie alla tripletta a Praga dell’ala sinistra Lajos Tichy, che aveva segnato sette gol ai Mondiali tra il 1958 e il 1962.
Dal 1967 si parla della nuova regola anche in Coppa dei Campioni. Nei primi anni, la UEFA decide di applicarla nella principale manifestazione continentale solo per quanto riguarda i primi turni. Il primo gol decisivo in trasferta nella storia della Coppa dei Campioni lo segna Eusebio, stella del Benfica, il 13 settembre 1967. In pochi avrebbero immaginato che la prima sfida decisa dal numero di reti fuori casa in Coppa dei Campioni sarebbe stato un primo turno sulla carta scontato fra i portoghesi e i campioni nord-irlandesi del Glentoran.
In questa prima fase, l’applicazione a macchia di leopardo fa sì che gli spareggi resistano ancora. Vedere per credere il cammino nella Coppa delle Coppe 1969-70 della Roma che batte al secondo turno il PSV grazie alla monetina e nello stesso modo perde la semifinale contro il Gornik Zabrze alla “bella”. Dopo l’1-1 dell’andata a Roma e il 2-2 al ritorno in Polonia dopo i supplementari, si va alla “bella” a Strasburgo. Dopo altri 120 minuti, finisce 1-1. Nando Martellini, telecronista della RAI, annuncia la qualificazione della Roma alla finale perché ha segnato un gol di più fuori casa. Ma la regola dei gol in trasferta non ancora si applica alle reti segnate ai supplementari. Si tira la monetina, e passa il Gornik.
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La non uniformità regolamentare di quelle prime stagioni non confonde solo i giornalisti. Sbagliano anche gli arbitri. Succede al termine dell’ottavo di finale di Coppa delle Coppe 1971-72 fra i Rangers e lo Sporting Lisbona. Da poco, la UEFA ha stabilito che, nell’applicazione della regola dei gol in trasferta, vadano calcolati anche quelli segnati nei supplementari.
All’andata, in casa, gli scozzesi hanno vinto 3-2. Al ritorno, i portoghesi sono avanti 3-2 al 90′. Ai supplementari Willie Henderson firma il 3-3, Fernando Peres riporta avanti lo Sporting: 4-3, 6-6 nel computo complessivo dei gol dopo 210 minuti. L’arbitro olandese Laurens van Ravens, convinto che si contino solo i gol fuori casa nei tempi regolamentari, fa battere i rigori. Lo Sporting vince ma un giornalista fa notare agli scozzesi che qualcosa non torna. Il tecnico dei Rangers, William Waddell, chiede conferma agli addetti UEFA. E il giornalista ha ragione. I rigori non andavano battuti. Il gol di Henderson, terzo fuori casa, qualifica i Rangers che a fine stagione vinceranno la coppa.
I gol in trasferta hanno deciso 33 doppie sfide in Champions League dal 2000. Secondo i dati della UEFA, dalla metà degli anni Settanta ad oggi la percentuale di vittorie in casa nelle sfide a eliminazione diretta è scesa dal 61 al 47%. La media dei gol segnati in casa e fuori si è fatta via via più equilibrata, passando da 2.02/0.95 a 1.58/1.15.
Secondo Ceferin, una regola nata per favorire un calcio meno speculativo starebbe portando al suo contrario, ovvero a favorire un atteggiamento più difensivo da parte delle squadre che giocano in casa, timorose di incassare un gol che potrebbe compromettere la qualificazione.
Resta da valutare se questa decisione favorirà un gioco più offensivo o non comporterà un ritorno a scelte più speculative destinate ad essere premianti nel contesto della doppia sfida.
Senza contare il possibile aumento di partite decise ai supplementari e ai rigori, in una fase in cui invece i giocatori vorrebbero una razionalizzazione degli sforzi e degli impegni.
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