La UEFA da anni si schiera contro il razzismo con tante iniziative, ma una decisione di oggi rischia di essere un boomerang sulla responsabilità sociale della Federazione continentale.
“No to Racism” forte e chiaro, in tutti gli stadi, prima di ogni competizione organizzata dalla UEFA. La Federazione internazionale dal 2013 ha deciso di schierarsi apertamente contro ogni genere di discriminazione razziale. Lo fa con messaggi pre gara, iniziative sui territori e ancora colpendo duramente chi sui campi da calcio discrimina altri giocatori per il colore della pelle.
Una battaglia giusta, da fare tutti uniti e con forza. I calciatori sono presi d’esempio da milioni di ragazzi in tutto il mondo e un messaggio chiaro contro il razzismo da parte loro può essere utile per cercare di eliminare questa piaga sociale.
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Oggi però la stessa Uefa ha fatto un grosso passo falso verso altri gruppi di persone che vogliono che gli siano garantiti giusti diritti in tutto il mondo. E’la comunità LGBTQ che festeggia proprio a giugno il mese dell’orgoglio. Anche per questo le autorità di Monaco di Baviera avrebbero voluto colorare con l’arcobaleno lo stadio durante la sfida tra Germania e Ungheria. Un gesto dai contorni politici visto che il governo Orban nega molte libertà agli omosessuali ungheresi e lo farà sempre di più grazie ad una legge approvata negli scorsi giorni.
La UEFA ha però deciso oggi di bloccare l’iniziativa. Niente arcobaleno quindi e i social si sono infiammati. I primi a protestare contro la decisione della Federazione Europea sono stati i club tedeschi che hanno postato le foto dei propri stadi tutti colorati con l’arcobaleno.
Si sprecano anche i tweet che evidenziano le contraddizioni dell’Uefa, nettamente contro il razzismo, ma poco coraggiosa nello schierarsi al fianco del movimento LGBTQ
Non sono mancate le reazioni illustri alla decisione presa dalla UEFA alla richiesta della Germania. Anche Juventus e Barcellona si sono schierate apertamente dalla parte della comunità LGBTQ, pubblicando un post simile sui propri canali social ufficiali. Non è la prima volta che queste squadre dichiarano pubblicamente di non condividere il comportamento adottato dalla UEFA: i due club lo hanno fatto più volte, soprattutto dopo le polemiche legate alla questione Superlega.
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