A Christian Eriksen è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo e questo cambia di molto le sue prospettive di rientro in campo
E’ andata a buon fine l’operazione al cuore di Christian Eriksen. Il centrocampista dell’Inter e della Danimarca si è sottoposto a un intervento che i medici considerano di routine. Ma potrebbe stravolgere per sempre la sua routine di calciatore.
La Federcalcio danese ha annunciato che ad Eriksen è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo. Rispetto al pacemaker, che serve solo a regolare i battiti cardiaci, il defibrillatore può attivare uno shock elettriche in caso di fibrillazione ventricolare o di altre tipologie di aritmia.
Questo shock elettrico può salvare la vita, perché in caso di fibrillazione ventricolare, si moltiplicano le contrazioni dei ventricoli che comporta una grave inefficienza nella circolazione del sangue, immesso nell’aorta in quantità presto insufficiente per le esigenze dell’organismo. Se non trattato, questo battito accelerato della parte inferiore del cuore può portare a ischemie cerebrali e alla morte.
La federcalcio danese non ha specificato la diagnosi che ha portato a questa scelta, ma si può ipotizzare una miocardite per la quale non sarebbe bastata una cura farmacologica.
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Eriksen, gli scenari per il rientro dopo l’operazione
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Se si tratta di un defibrillatore permanente, Eriksen non potrà più giocare in serie A, perché non è consentita l’idoneità sportiva nelle discipline di contatto perché un fallo, una gomitata, uno scontro di gioco potrebbe causare la rottura del defibrillatore.
Non in tutti i Paesi vale lo stesso principio. All’Inter, ad esempio, nel 2004 è stato fermato per lo stesso motivo il centrocampista Fadiga che continuò a giocare in Premier League.
Inoltre, oggi, nonostante un intervento simile, è regolarmente in campo l’olandese figlio d’arte Blind, presente anche a EURO 2020 contro l’Austria.
Se invece il defibrillatore fosse temporaneo, Eriksen potrebbe anche tornare a giocare in Serie A, ma i tempi per ottenere una nuova idoneità agonistica sarebbero prevedibilmente molto lunghi.